giovedì 14 maggio 2015

Una giornata di studio del gruppo

Molto spesso quando una persona vuole apprendere una arte marziale nuova non sa bene cosa lo aspetta, partecipa ad una lezione di prova e in base a quello che vede decide se quella disciplina gli piace oppure no, ora voglio raccontare ai lettori cosa si fa in un gruppo di studio del sistema Hek Ki Boen Eng Chun e quali obbiettivi ci prefiggiamo di raggiungere.
La settimana scorsa nel gruppo di studio il programma è ripartito dall'inizio, ogni esercizio ha un ruolo molto importante e il praticante comincia con degli esercizi base per poi svolgere compiti poco più articolati.
Tutti i confratelli e io cominciamo salutando i nostri maestri, onoriamo i nomi del Grand Master Kwee King Yang, del Grand Master The Kang Hay, del Grand Master Kenneth Lin Xiang Fuk e del Master Riccardo Di Vito.
 
Dopo il saluto cominciamo la fase di riscaldamento che prevede dei giri di corsa, questo è il primo esercizio che usiamo per allenare il distacco che è uno degli elementi caratterizzanti del sistema Hek Ki boen Eng Chun.
I ragazzi e io studiamo e alleniamo a fondo le basi del sistema, ogni praticante deve imparare ad avere una ottima posizione del corpo e mantenendo tale struttura ci si proietta nello spazio usando i passi di battaglia, al contatto con le braccia del nostro compagno lanciamo i nostri pugni che ruotando verso di lui difendono mentre attaccano.
Settimana dopo settimana si passa ad apprendere una tecnica diversa e col passare del tempo il praticante si ritrova delle nuove capacità che ha sviluppato dopo ore di duro allenamento.
Il caldo comincia a farsi sentire, ma in Via Chiusa dei Cerri presso la Palestra Perfect Body Club 2 i ragazzi danno tutto loro stessi per poter avanzare nel migliore dei modi, il pugno Im e il pugno Yang sono il nostro pane quotidiano e oltre a questo ci concentriamo sulle difesa dal gancio, diretto e montante.
Dopo aver allenato le posizioni e tecniche di braccio o di gamba ci concentriamo molto sul gioco di gambe, in particolare mentre il compagno ci attacca ci difendiamo col passo laterale e ci mettiamo nel punto più pericoloso per il nostro avversario in quanto per lui è difficile attaccare e per noi è facile colpirlo nei suoi punti più deboli.
Di sicuro la parte più divertente è quando impariamo a liberarci da una presa, da piccoli giocando ci sarà capitato che ci avranno tenuto per un braccio per bloccare un nostro movimento, certo che quando si tratta di un gioco non è un problema però quando per strada vogliono impedirci di muovere è proprio perché ci vogliono rendere inoffensivi per riempirci di botte, invece non vogliamo che accada tutto questo e appena sentiamo la minima intenzione che una persona ci vuole afferrare noi rispondiamo liberandoci senza dargli la possibilità di rispondere efficacemente.
Cerchiamo di creare nel migliore dei modi un contesto non collaborativo per indurre a tutti i praticanti a non abbassare mai l'attenzione, se siamo per strada l'avversario non sarà gentile con noi e quindi dobbiamo essere sempre vigili e pronti a reagire, quando ci alleniamo nella difesa prendiamo ad esempio le tecniche del pugilato,ci sono poche tecniche ma ogni praticante avrà una comprensione diversa della tecnica quindi l'impegno non è di poche ore o giorni, l'impegno che mettiamo nel nostro addestramento dura tutta la vita.

Si usa il gioco di gambe per difendersi da un attacco, infatti questo sistema di lotta ha alcuni punti in comune col pugilato tant'è vero che quando parliamo di Hek Ki Boen Eng Chun parliamo di una boxe cinese, mentre un compagno attacca l'altro si difende, all'inizio si apprende la tecnica, successivamente ci spingiamo più in la cercando di essere più veloci possibili, non si vuole solo apprendere una tecnica si vuole sviluppare anche delle capacità che prima erano inesistenti.
Il lavoro è di sicuro molto duro ma ogni compagno è un fratello infatti ci aiutiamo a vicenda, la competizione viene messa da parte per dare spazio a una fratellanza senza legami di sangue, il compagno al nostro fianco è sempre disposto ad aiutarci e l'aiuto comprende sia il sviluppo naturale delle nostre capacità marziali sia un aiuto costante che ci aiuta a risolvere i problemi di tutti i giorni, nessuno viene lasciato da solo perché io con i miei confratelli formiamo una famiglia.
Ora sarò sempre presente ad aiutare il mio compagno e l'alternanza dello studio delle tecniche durante le settimane ci permetterà di godere di un programma ricco di contenuti e di non annoiarci facilmente, lo studente si ritrova ad allenarsi in un contesto amichevole al fine di metterlo a suo agio.
La strada è lunga ma sono certo che i prossimi giorni ci riserveranno delle sorprese e io sarò sempre pronto a raccontarvi come si svolgeranno i fatti.

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