domenica 26 luglio 2015

Parliamo un pò di difesa personale

Si sente molto spesso parlare di difesa personale, ma cosa si intende con queste due parole?
In breve si può dire che è la reale capacità di difendersi da una aggressione, si può portare a terra l'avversario per poi scappare oppure possiamo ingaggiare uno scontro col fine di proteggerci anche a discapito dell'integrità fisica del nostro aggressore.

Il tema della difesa personale è un tema che ha una grande importanza e nessuno lo può prenderlo alla leggera, il pericolo di una aggressione può essere dietro l'angolo e quindi dobbiamo essere pronti a reagire, l'Hek Ki Boen Eng Chun ha appunto come scopo dare la possibilità ai suoi praticanti di proteggersi da una aggressione.
Gare e competizioni sportive non sono state prese in considerazione dall'HKB perché quando sentiamo la campana che suona sappiamo che dobbiamo cominciare a combattere e dopo pochi minuti la stessa campana suona di nuovo per farci riposare per alcuni secondi, ma la realtà è ben diversa, per strada non c'è nessuno che ci avverte quando il pericolo può comparire e la durata di uno scontro dipende solo da noi stessi, non ci sta nessuno che ci aiuta siamo solo noi e il nostro assalitore.
Quindi la realtà dei fatti ci impone che se vogliamo difenderci dobbiamo essere sempre pronti, ignorare questi fatti non ci aiuta, accendendo la televisione possiamo sentire dai telegiornali fatti molto cruenti, fatti che potevano essere evitati se coloro che hanno subito la violenza si fossero preparati per queste situazioni critiche.

Essere preparato significa educare il proprio corpo a muoversi nello spazio con la maggiore economicità di movimenti possibile, questo perché una mossa sbagliata può decretare l'esito dello scontro a favore del nostro assalitore, quindi per limitare o evitare inutili danni si occupa lo spazio dell'avversario al fine di ridurre i suoi movimenti.
Ecco l'Hek Ki Boen Eng Chun si occupa di tutto questo, perché quello che viene insegnato nel percorso di studio è lo sviluppo capacità che si possono usare in situazioni difficili dove le regole non esistono, ho parlato di capacità e non tecniche per il semplice motivo che una tecnica dobbiamo saperla dominare, quindi dobbiamo essere capaci di usare quella determinata tecnica nella realtà, avere una conoscenza sommaria di un programma non è il punto che vuole raggiungere l'HKB, l'importante è proprio acquisire quelle capacità che ci saranno utili per difenderci da un aggressore.

domenica 19 luglio 2015

La teoria dei 5 elementi

Ogni tecnica ha una sua caratteristica specifica, però tutto questo viene molto spesso ignorato o interpretato male.
Ecco un articolo di Suhu Riccardo Di Vito che ci potrà far chiarire le idee a riguardo:

Quando inizio a spiegare la connessione tra Elementi 
Interni ed Esterni nella teoria generale dell’Hek Ki Boen Eng Chun noto sempre una certa difficoltà negli Allievi a comprendere cosa sia la teoria cinese dei Cinque Elementi. Credo che sia utile, quindi, scrivere qualche riga che possa semplificare le migliaia di anni di studio dell’energia del corpo della medicina tradizionale cinese, con particolare riferimento a quelli che definiamo Elementi Esterni.
Al di là delle percussioni, delle forme e delle tecniche, anche l’Hek Ki Boen Eng Chun è uno dei metodi di auto-guarigione basato sull’energia, specialmente connessa ai singoli organi del corpo umano. I nostri Avi osservarono che non tutte le energie hanno la stessa qualità e possono essere trasmesse, coltivate o assorbite nello stesso modo. Ecco perché diedero i nomi degli elementi per qualificarle.
Ecco che abbiamo Legno, Metallo, Fuoco, Acqua e Terra, che indicano diverse qualità energetiche. Ognuno di noi, per esempio, può essere descritto secondo questa divisione, perché siamo tutti diversi, con la nostra specificità. Però tutti abbiamo un tipo di energia, per esempio quella Legno, nei meridiani del fegato e della cistifellea, così come nella capacità di pensare e sentire.
Quando questo tipo di energia è debole, allora questi organi manifesteranno debolezza, così come i pensieri e l’umore risentiranno della stessa mancanza. Praticando dei movimenti delle mani, dei piedi, del corpo, riusciamo ad equilibrare queste energie, sia nel piano emozionale-mentale, sia in quello fisico-energetico. Alcuni si servono di movimenti yogici, come i mudra, altri, come noi, di forme e movimenti marziali.
 Quando parliamo di qualità energetiche, facciamo riferimento a quello che rappresentano i rispettivi elementi. Il Legno, per esempio, rappresenta un nuovo inizio, la crescita, l’attività e la resistenza. Il Metallo è la chiarezza, il pensiero nitido, la pulizia e la comunicazione affermativa. Il Fuoco è l’elemento dell’individualità, del calore e della generosità. L’Acqua rappresenta la sensibilità, la capacità di rilassamento, la riserva stessa delle energie vitali e l’adattabilità. La Terra, infine, è il simbolo della centratura, della digestione, della stabilità e del cambiamento.
Ognuna di queste qualità è collegata alle altre, può essere costruita attraverso una come distrutta attraverso l’altra. Così è nei movimenti marziali, così è nell’energia che essi esprimono, così è nell’interazione tra gli alimenti e tra i diversi organi. Il corpo è un tutt’uno, che va mantenuto equilibrato. Ci sono cose che rafforzano e cose che indeboliscono mente, corpo e spirito.
Ci sono cinque gruppi di movimenti nel nostro sistema, che vengono suddivisi a seconda dei Cinque Elementi Esterni cui appartengono. Ve li elenco secondo il ciclo distruttivo, ma ricordatevi che si può partire da qualsiasi punto, l’importante è rispettare la conseguenzialità.
Legno: idea del duro, ma flessibile. Ad esempio il Pong Jiu;
Metallo: idea del tagliare. Ad esempio il Cam Jiu;
Fuoco: idea del disperdere. Ad esempio il Tiu Jiu;
Acqua: idea dell’ingoiare/assorbire. Ad esempio Tun Jiu, Gai Jiu o Goan Jiu;
Terra: idea del radicarsi o togliere le radici altrui. Ad esempio Tuo Jiu o Lack Jiu.
Quando praticate, tenete sempre a mente che non esiste un movimento migliore di un altro, ma c’è sempre un nesso di causa-effetto, secondo il quale esiste sempre una reazione logica che permette di passare da un elemento ad un altro.
Ogni tecnica può essere basata su uno o più elementi, a seconda del momento in cui viene utilizzata, così come ogni forma. Se non si capisce questo, i movimenti diventano stilizzati, ma privi di vita, di vitalità ed energia, appunto. Conoscere la teoria generale dei Cinque Elementi, infine, non sarà garanzia di comprensione. Ricordatevi che solo l’Esperienza vi fornirà gli strumenti per la Comprensione ed Interiorizzazione della Teoria.

domenica 12 luglio 2015

Calpestare col piede

Calpestare col piede è una delle strategie migliori per difenderci dai calci dell'avversario.
Il dover usare un calcio basso ha dei vantaggi, infatti quando ci viene tirato un calcio possono succedere due cose: nel primo caso riusciamo ad intervenire in tempo e riportiamo a terra il piede dell'avversario o quanto meno deviamo l'attacco e riusciamo ad allontanare l'attacco dal nostro corpo, nel secondo caso possiamo solo limitare i danni diminuendo l'intensità del colpo.
Calpestare col piede significa che con un nostro calcio ci difendiamo da un altro calcio colpiamo la parte interna della gamba calpestando proprio col piede, molto spesso questo movimento viene preso sottogamba in quanto non essendo un movimento spettacolare viene messo da parte e si sceglie di usare tecniche che a livello personale sembrano più efficaci rispetto ad altre, come tutte le tecniche HKB in un calcio troviamo attacco e difesa.
Quando calpestiamo col piede ci difendiamo da un calcio che sta per arrivare ma alla fine andiamo ad impattare con violenza sulla parte interna della gamba del nostro avversario, attacchiamo una delle parti più deboli del corpo cioè l'interno coscia, infatti questa parte del corpo è difficilmente soggetta a un colpo e un impatto in questo punto risulta molto dolorosa.
La parte esterna della nostra coscia risulta più resistente ad un impatto in quanto è più protetta dai muscoli rispetto la parte interna che è più esposta, un altro elemento importante da valutare è l'intensità dell'attacco, infatti se da un lato trasferiamo la nostra energia il nostro avversario si ritrova a darci una mano, perché non sapendo che vogliamo calpestare col piede andrà a lanciare la sua gamba con tutta la forza verso di noi e quindi da un lato ci sarà il nostro attacco che spinge verso di lui e dall'altra parte il suo calcio incrementerà non di poco il nostro impatto su di lui che risulterà più o meno violento proprio in base all'intensità dell'attacco.


Sapere tutto questo non ci metterà al sicuro dagli attacchi del nostro opponente perché soltanto con la pratica possiamo perfezionare il movimento, quando affrontiamo un lottatore che sa usare i calci non dobbiamo abbassare la guardia perché saper dominare i calci e difenderci nel momento giusto non è facile, il calcio può anche arrivare senza che ce ne siamo resi conto oppure se l'intensità dei nostri calci è troppo elevata possiamo creare grossi problemi all'avversario, per questo invitiamo sempre di prestare sempre attenzione quando vengono tirati i calci, solo se si ha una buona dimestichezza con queste tecniche possiamo utilizzare con tranquillità.
Detto questo invito chiunque a venire a provare un allenamento del gruppo di studio di Hek KI Boen Eng Chun e a riflettere su quello precedentemente detto.

domenica 5 luglio 2015

L'allenamento nel kung fu

Quando parliamo dell'allenamento nel kung fu lo definiamo come un duro lavoro, infatti si vanno ad eseguire degli esercizi faticosi e la costanza deve accompagnare lo studente sempre, ma rimanere costante non risulta affatto una passeggiata.
C'è chi si chiede quante ore bisogna allenarsi, non esiste una formula matematica perché ognuno di noi ha degli obbiettivi diversi rispetto ad altri, ognuno di noi riesce a concedere più o meno tempo alla pratica e più tempo impieghiamo al kung fu maggiori saranno i risultati.

La costanza di sicuro è uno di quegli elementi che contraddistinguono un allenamento di qualità da uno che non lo è, mantenerla non risulta semplice anche perché nel mondo in cui viviamo siamo circondati da molte distrazioni e non riusciamo sempre a distaccarci da quello che ci circonda .
Il non farci influenzare da queste distrazioni anche questo è un allenamento e la nostra capacità di non farci influenzare da quello che ci gira attorno migliora col tempo, ed ecco che piano piano avremo costruito solide basi per il nostro allenamento e allo stesso tempo tutto questo ci aiuterà a migliorare come persone.
Perché questa nuova attitudine la useremo nell'arco di tutta la giornata e anche quando non ci alleniamo risolveremo i nostri problemi con l'hkb, costanza e distacco sono elementi di grande importanza oltre a ciò ci dobbiamo fissare degli obbiettivi che vogliamo raggiungere con la pratica.
Non possiamo non avere un piano per il nostro allenamento e quindi fissare gli obbiettivi è il passo successivo, e una volta fissati gli obbiettivi dobbiamo comunque raggiungerli col nostro allenamento.
Non dobbiamo mai accontentarci, dobbiamo pensare che ci sarà sempre qualcuno più bravo di noi e durante i nostri esercizi dobbiamo sforzarci con l'esecuzione di perfezionare i nostri movimenti.

Un problema di fondo di tutti è dato dalla mancanza di sacrificio, no pain no gain è un motto che può riassumere tutto e senza sacrificio non ci saranno miglioramenti, quello che ci fa fermare è il dolore, infatti non riusciamo molto a sopportare questa sensazione e cercheremo subito di smettere di soffrire.
Invece nella pratica costante cerchiamo questa sensazione e la manteniamo affinchè possiamo migliorare con le nostre capacità marziali, per riuscire ad allenarci nel Kung fu dobbiamo seguire tutti questi Step, l'uno completa l'altro e proprio come una catena dove ogni anello chiude la catena così tutti questi elementi usati insieme andranno a fortificare il nostro addestramento.