lunedì 14 dicembre 2015

Più ore al nostro allenamento

La pratica ci aiuta a migliorare il nostro kung fu però molto spesso le ore di pratica risultano sempre poche, la vita frenetica di tutti i giorni ci impedisce di seguire sempre le due ore di allenamento settimanale e quindi i risultati sembrano sempre molto lontani.

Ecco che nel Gruppo di Studio di Hek Ki Boen Eng Chun del Cilento abbiamo aumentato le ore di allenamento, nella Palestra Perfect Body Club 2 in Via chiusa dei Cerri a Velina il gruppo di studio si riunisce per gli allenamenti sempre due volte la settimana, però ogni giornata dedichiamo due ore di allenamento.

Ebbene si il mercoledì e il venerdì ci sono allenamenti alle 19.00 e alle 20.30 e non finisce qui, ogni domenica ci alleniamo anche al Parco.
I conti si fanno presto, ci sono ben sei ore di allenamento settimanali che si possono sfruttare, non metterti in disparte vieni anche tu ad allenarti con noi ci divertiremo.

martedì 1 dicembre 2015

Seminario Introduttivo - 5 dicembre 2015

Il 5 dicembre 2015 terremo un seminario introduttivo del sistema Hek Ki Boen Eng Chun (Black Flag Wing Chun) condotto dal Capo Istruttore M° Riccardo Di Vito.

 Il seminario si svolgerà nella palestra comunale della Scuola Media M. Sindici, Via Gaeta, 123 - Ceccano (FR), in collaborazione con la nascente "Arte del Benessere A.S.D.", che si occuperà dello sviluppo del gruppo di studio della disciplina a Ceccano, grazie alla guida del capogruppo Danilo Colapietro.

 Su Facebook: https://www.facebook.com/events/1647552218866596/



lunedì 23 novembre 2015

Allenamenti al Parco


Il Gruppo di Studio di Hek Ki Boen Eng Chun si allena anche all'aperto, ogni domenica ci saranno degli allenamenti al Parco.
Questa domenica ci incontreremo a Marina d'Ascea alle ore 14.00 vicino allo Sciabbecco, invitiamo tutti a partecipare ai nostri allenamenti e scoprire da vicino l'Hek Ki Boen Eng Chun. 

Distacco e Buddismo chan

Il Buddismo ha notevolmente influenzato l'Hek Ki Boen  e per meglio comprendere questo aspetto propongo un articolo del mio Suhu Riccardo Di Vito così che sia chiaro questo elemento profondo del Sistema:


Spesso mi viene chiesto se ci sono radici filosofiche nella nostra pratica. Chiaramente sì. Il Buddismo ha profondamente influenzato l’Hek Ki Boen, perché non si tratta solo di un’Arte Marziale che insegna a combattere (in passato ad uccidere), ma di una delle Vie per il perfezionamento spirituale. Non a caso le Arti Marziali Tradizionali Cinesi si svilupparono in un monastero Chan. La vita in un monastero Chan era adattissima per chi voleva praticare seriamente: l’alimentazione era frugale, il sonno solo in quantità strettamente necessaria e su un duro giaciglio, il lavoro e l’allenamento fisico molto pesanti, la disciplina severissima. Erano richiesti puntualità, autocontrollo, sopportazione del caldo, del freddo, del dolore, imperturbabilità di fronte al pericolo ed alla morte.
Il Buddismo Chan insegna a vuotare la mente, a liberarla da ogni idea, da ogni influenza esterna. Si può così arrivare ad uno stato di ricettività totale, che permette di reagire istintivamente al minimo stimolo. Se la mente è libera da ogni pensiero, priva di aggressività o paura, si possono percepire le intenzioni di un avversario ed agire di conseguenza; si può coltivare cioè un sesto senso che permette di prevedere il pericolo e di anticipare le azioni del nemico. 
Se la mente è invece turbata da pensieri o da preoccupazioni d’attacco o di difesa, non è possibile percepire correttamente le intenzioni dell’avversario e si può essere tratti in inganno anche da una banale finta. Il vuoto della mente ed il duro allenamento del corpo permettono di raggiungere l’unità di spirito e di corpo: il corpo (temprato dall’esercizio) non più frenato dalla mente (vuota) è pronto allora a reagire istantaneamente nel modo più efficace e puro agli stimoli. Non vi è più nessun freno fra percezione e reazione; il tempo di reazione è il più breve possibile e la tecnica “perfetta”. Le tecniche “perfette” sono sempre eseguite in maniera inconscia, paradossalmente prima eseguite e poi pensate. 
Come non menzionare gli ideali pacifisti e di non violenza del Buddismo, per cui il fine pratico delle arti marziali non è l’eliminazione dell’avversario, ma l’autodifesa e la protezione dei deboli. Ricordiamoci che per il Buddismo Chan si può sperare di ottenere il “risveglio”, l’illuminazione solo attraverso la concentrazione spirituale e la meditazione e non tramite la conoscenza teorica. Non è una religione (non ricerca infatti l’immortalità, non conosce dèi, non ammette concetti come il peccato o l’anima), ma si può solo considerare un “sistema di vita”. Chi pratica il Buddismo Chan deve educarsi a vedere direttamente dentro di sé, per scoprire la natura intima della realtà, senza l’aiuto dell’intelletto. Per arrivare a ciò sono indispensabili le pratiche della concentrazione mentale e della meditazione. Durante la meditazione bisogna ricercare il vuoto totale dentro sé stessi, bisogna far tacere la voce incessante della mente, bisogna abolire ogni pensiero, ogni emozione. Per mettere sotto controllo l’attività della mente è necessario regolare opportunamente la respirazione.
Scopo della meditazione è quello di consentire all’individuo di entrare a contatto, in maniera totale, con la realtà vera che lo circonda. In ciò consiste l’illuminazione, il “risveglio”. Le cose si vedono allora in maniera completamente diversa, come attraverso un terzo occhio, un occhio spirituale. Questa nuova visione di se stessi e del mondo è intuitiva, supera qualsiasi rappresentazione mentale e non deriva assolutamente dal pensiero o dal ragionamento.
L’illuminato vede le cose dall’interno, un po’ come le vede un grande artista che ha la capacità di rappresentarle condensandone l’intima natura in pochi tratti essenziali. Si può comprendere allora quanto dobbiamo come praticanti di Hek Ki Boen Eng Chun alla scuola Chan, che insegna a non preoccuparsi del passato o del futuro, ma a dare la massima importanza al momento presente che è il solo in cui siamo veramente vivi.
Quando si è in pace con se stessi e non si è preda di cento desideri, preoccupazioni, dubbi, paure e passioni, si può agire in piena libertà e con tutto il proprio essere. Si partecipa allora ad ogni cosa perfettamente “svegli” ed in totale concentrazione. Si gustano le cose senza essere legati ad esse. La mente diventa come uno specchio: è perfettamente lucida, presente e riflette tutto quello che vi è intorno senza che pensieri o preoccupazioni possano interferire. Si impara così ad essere dei “testimoni”, degli “spettatori distaccati”; il pericolo o la morte non fanno più paura: sono riflessi dallo specchio della mente.
Alcune persone sostengono che il fatto che sia un’Arte Marziale dovrebbe avere come scopo il combattimento. In realtà, invece, il primo fine di ogni arte è interno: un pittore dipinge in primo luogo per se stesso. Poi, se vuole, vende e guadagna, ma non è questa la ragione iniziale, anche se ci sono pittori che dipingono solo per vendere i quadri. Bisogna capire, quindi, se l’Arte Marziale sia qualcosa di fine a se stesso o se sia collegata al raggiungimento di uno scopo funzionale: un approccio molto lontano dall’utilitarismo occidentale, interamente centrato sul raggiungimento di un obiettivo.
Il concetto chiave del Buddismo Chan è “senza scopo e senza profitto”: esso indica l’attitudine necessaria per svolgere un’azione impeccabile. Così nel tiro con l’arco lo scopo per cui si incocca la freccia e si tende l’arco non è quello di fare centro, bensì quello di incoccare la freccia nel modo migliore possibile e di tendere l’arco nel modo migliore possibile. E’ l’eccellenza per l’eccellenza. La perfezione fine a se stessa. L’obiettivo (il bersaglio) è qualcosa che viene da sé, come effetto necessario e non cercato. E’ una conseguenza, non la ragione per cui si svolge l’azione.
L’enfasi sul raggiungimento di un obiettivo, al contrario, svalorizza l’azione e – paradossalmente – la rende anche meno efficace. Ne “Lo zen e il tiro con l’arco” il Maestro spiega all’allievo che non riuscirà a far centro finché il suo spirito sarà “là sul bersaglio” e non “lì” dove lui si trova adesso e dove deve agire. Difficile da capire per gli occidentali abituati a giudicare un’azione dai risultati che ottiene. Per molti un combattimento si traduce in “vincere” o “perdere”, mentre lo scopo dell’Arte Marziale in quanto Arte è “combattere in modo impeccabile”, così come lo scopo di un pittore è creare un quadro che traduca su tela la sua ispirazione. Vincere (o vendere il quadro) sono – potremmo dire – effetti collaterali, che si realizzano tanto più quanto meno li si cerca.
Quante volte di un pittore si dice che “è diventato commerciale”, per intendere che la qualità è scaduta proprio perché si è focalizzato sull’obiettivo (il mercato), anziché sul processo fine a se stesso. Da questo punto di vista, dunque, l’Arte Marziale, come ogni Arte, è un mezzo per rendersi eccellenti e per esprimere la propria eccellenza. L’Arte Marziale, rispetto ad altre Arti, ha qualcosa in più, che la rende particolarmente idonea a un percorso di tipo interiore: un lavoro di auto-perfezionamento e di auto-trascendenza che deve vedersela con la paura, il potere, il dolore, l’attaccamento, l’impermanenza e la morte. Quale strumento può essere più idoneo di un’Arte Marziale?

lunedì 16 novembre 2015

Il nostro più grande nemico siamo noi stessi

Uno dei motti più importanti che si sente nelle arti marziali è il seguente: Il tuo più grande nemico sei tu stesso.
Noi stessi siamo il nostro più grande nemico, il nostro ego ci evita di essere obbiettivi su noi stessi e il perfezionamento delle tecniche risulta una meta alquanto difficile da raggiungere, ed ecco che l'aiuto dall'esterno ci risulta fondamentale per far si che ci possiamo completare, per poterci completare dobbiamo prendere piena coscienza di noi attraverso il controllo della nostra mente.

Possiamo indirizzare la nostra mente verso un obbiettivo, però ottenere ciò che vogliamo non è sempre semplice, faccio un esempio pratico: Ci siamo prefissati come obbiettivo studiare per il giorno dopo, però in quel momento decidiamo di dare una occhiata veloce alla televisione prima di cominciare a studiare, accendendo la televisione troviamo quel telefilm che ci piace tanto e guardiamo l'episodio che ci interessa, la nostra attenzione si è spostata dal nostro obbiettivo, abbiamo perso tempo e non siamo riusciti ad ottenere ciò che volevamo.
Dei pensieri vagabondi hanno attirato la nostra attenzione e siamo stati trascinati da qualcosa che  non ci interessava, abbiamo messo la nostra precedente meta nel dimenticatoio e ci siamo creati un nuovo obbiettivo, però la parola scegliere non è opportuna in questo caso, in quanto siamo stati attirati da qualcosa di nuovo che ci attirava di più.
Tutto questo significa che non abbiamo il pieno controllo della nostra mente, la prima distrazione ci induce a seguire altro.

Allora per raggiungere appieno il nostro obbiettivo ci dobbiamo concentrare, ma questo non deve essere un esercizio saltuario, dobbiamo allenare la nostra concentrazione quotidianamente e ci dobbiamo concentrare verso l'interno.
Se ci concentriamo verso l'esterno può succedere che qualcos'altro ci fa cambiare interesse ma se manteniamo costantemente la nostra attenzione dentro di noi sarà più difficile che saremo attirati da qualcos'altro.
Quando sapremmo condurre la mente dove vogliamo noi avremmo raggiunto il nostro traguardo e non ci dovremo più sforzare a non farci più influenzare da cause esterne, poiché tutto questo diventa un processo naturale dentro di noi.
Così facendo avremo lavorato su di noi e può succedere che una persona arrogante cambia, diventa umile e più riflessiva, così facendo cercheremo sempre l'errore e i miglioramenti saranno sempre costanti e in questa perfezione continua di noi stessi avremmo assottigliato il nostro ego, quel nemico da grande che era si è trasformato ed è diventato piccolo e noi avremo più spazio per noi stessi.

domenica 8 novembre 2015

Gli air drill esercizi di riscaldamento



Il riscaldamento è una fase molto importante dell'allenamento, infatti in questo momento prepariamo il corpo per l'attività che dovremmo affrontare, così facendo evitiamo di incorrere in infortuni spiacevoli e il corpo riscaldato reagisce meglio rispetto a quando è freddo.
Uno degli esercizi più belli è rappresentato dagli Air Drill, qui sotto riporto alcuni video per far capire di cosa parlo:

DIFESA DA PUGNO DIRETTO E UTILIZZO DEL GIOCO DI GAMBE

 DIFESA DA GANCIO E GIOCO DI GAMBE
  
 

 UN ALTRA DIFESA DA GANCIO O DIRETTO CROSSATO E GIOCO DI GAMBE

 

DIFESA DAL MONTANTE E GIOCO DI GAMBE

 

Negli air drill come si nota alleniamo talune difese e ci abbiniamo dei passi, tutto a ciò al fine di prendere una buona posizione nel combattimento, però non ci limitiamo solo a questo, infatti grazie a questo possiamo sviluppare anche altre capacità come cordinazione, equilibrio, velocità, resistenza   e allenamento del peso.
Ebbene si anche con un semplice air drill possiamo allenare il peso questo perchè nel percorso didattico dell'hkb tutti gli esercizi hanno come scopo sviluppare questa abilità.
Ecco questo rappresenta una parte del riscaldamento che faccio con i miei compagni di allenamento, col passare del tempo si capisce l'importanza di questo esercizio, si correggono degli errori che prima non erano chiari, lo specchio è un utile strumento perchè questo è uno dei pochi modi per vederci dall'esterno verso l'interno.
Ci osserviamo allo specchio e possiamo lavorare su noi stessi, cosa molto importante per il nostro kung fu. 

domenica 1 novembre 2015

Prendere l'angolo giusto nel combattimento

In ogni tipo di scontro le persone si mettono le une di fronte alle altre e da questo momento comincia uno scambio di colpi, colui che ha ricevuto più danni si accascia al suolo stremato e si arrende.
Questa situazione capita nella maggior parte dei casi, colui che è più forte vince sul meno preparato.
Dover scambiare colpi su colpi con una persona più forte non è da sottovalutare ma ciò non significa che non possiamo fare niente, andiamo ad analizzare bene la situazione.

Prendiamo due persone con corporatura diversa: abbiamo una persona A alta robusta e con muscoli ben sviluppati e una persona B più bassa e gracile.
In uno scontro normale succederà che i due si scambieranno colpi su colpi, però c'è una differenza sostanziale, se la persona B riesce a dare un pugno a pieno petto alla persona A il colpo molto probabilmente non avrà effetto questo perché la persona B riesce a sviluppare un impatto meno intenso e poi anche perché il petto è una delle parti più protette del corpo umano e quindi se ci mettiamo anche uno strato spesso di muscoli il colpo non recherà grossi danni, se invece capita il contrario troveremo la persona più gracile a tappeto.
Da ciò ne consegue che non possiamo competere con una persona più forte sul suo stesso piano, non possiamo contrapporre la sua forza bruta con altra forza bruta perché chi è più forte vince, non dobbiamo lasciare tutto questo al caso dobbiamo usare la testa in maniera intelligente.


Sfruttare il proprio gioco di gambe ci aiuterà nello scontro, infatti tutto ciò già viene usato nel pugilato, con colpi veloci e precisi l'avversario viene stancato e tutto ciò si può ottenere grazie a un buon gioco di gambe.
Però non è stata trovata la soluzione del problema perché è vero che potremo colpire l'avversario ripetutamente affinché non cada stremato a terra, ma è pure vero che se ci prende a pieno possiamo essere noi a cadere a terra e non rialzarci più, in questa lotta contro il tempo non possiamo sbagliare niente.
Allora dobbiamo un po' modificare la strategia, il gioco di gambe deve essere funzionale all'obbiettivo che vogliamo raggiungere, in questo caso preciso dobbiamo prendere l'angolo giusto, dobbiamo metterci nel più punto più difficile da proteggere per lui e più semplice per noi da attaccare, il suo fianco.
E l'allenamento quotidiano ci aiuterà nel raggiungere questo obbiettivo affinché tutto questo diventi un movimento naturale e istintivo.

lunedì 12 ottobre 2015

L'unicità dell'allenamento e la pratica quotidiana

Con la parola allenamento intendiamo la pratica costante di tecniche e movimenti propri di un sistema di lotta, però bisogna estendere questo concetto a tutto quello che potrebbe concernere la nostra pratica.
Ci si può allenare nella pratica dell'HKB anche quando facciamo altro, ogni arte marziale ha degli elementi che la accomunano ad altre, infatti abbiamo il fiato, la resistenza, la forza, la velocità, la tecnica, ma da sole tutte queste cose potrebbero non bastare.

Ci sono anche altre abilità da perfezionare, ogni giorno si dovrebbe imparare qualcosa di nuovo e quando dico imparare non voglio dire che dobbiamo andare dal maestro e farci spiegare qualcosa di nuovo, anzi dobbiamo imparare da noi stessi, ci basti pensare una tecnica che eseguiamo da parecchio tempo, si è evoluta e quindi è migliore rispetto a prima.
Questo perché?
E' semplice perché grazie alla nostra costanza abbiamo perseguito il nostro obbiettivo, allenare nel tempo quella precisa tecnica e dai nostri sbagli abbiamo ragionato e abbiamo capito dov'era il problema, una volta capito tutto ciò abbiamo cercato di superare i nostri errori grazie a una conoscenza più profonda di noi stessi, abbiamo fatto tesoro della nostra esperienza.
 se tutto ciò lo utilizzassimo anche in altri modi?
Ci sono anche altri Elementi che si possono allenare come la respirazione, la costanza e anche il dolore, ecc..
Voglio soffermarmi su questo ultimo elemento, sul dolore e nello specifico mi riferisco alla capacità di sopportazione del dolore e come tante abilità anche questa può migliorare, possiamo aumentare la nostra sopportazione del dolore.
Questo fa si che possiamo resistere maggiormente ai nostri allenamenti, tanto più resistiamo tanto più i nostri allenamenti potranno essere intensi e quindi i miglioramenti saranno maggiori.
Ecco che la prima ricerca la dobbiamo fare dentro noi e non cercare altro, solo noi possiamo cambiare il nostro destino e la pratica dell'HKB ci aiuterà a comprendere meglio le nostre capacità e sfruttarle al meglio.
Anche se non alleniamo direttamente l'HKB possiamo migliorare usando i precetti del sistema e questo è un modo per vivere il kung fu in ogni attimo della nostra vita.

lunedì 5 ottobre 2015

Una giornata di allenamento al Parco di Agropoli

Le giornate di Ottobre sono ancora abbastanza tiepide e approfittando del bel tempo ho preso la borsa e mi sono diretto al parco pubblico di Agropoli.

Dopo una buona mezzora di viaggio arrivo al parco prendo un caffè e comincio la mia sessione di allenamento, comincio il mio riscaldamento come da routine per proseguire con gli esercizi principali: allenamento di posizioni, gioco di gambe, attacco e difesa con pugno Im e Yang e non poteva mancare l'allenamento per migliorare il rilascio del peso.
E' stata una bella giornata in quanto distrazioni non ve ne erano, ed ero più concentrato su quello che facevo.
Ripeterò di sicuro la giornata di ieri, anzi comincerò delle giornate di allenamento al Parco.

Chi è interessato a scoprire l'HKB può venire ad allenarsi al Parco, se sei interessato contattami.
Gianpaolo Ferolla.

lunedì 28 settembre 2015

Pugno Im

Si è parlato di tecnica da difesa da diretto, jab, gancio e montante, difesa da calcio ma dei pugni dell'HKB si è discusso poco.
Oggi voglio chiarire meglio il concetto del pugno del nostro sistema parlando dell'Im Tiong Kun, questo è un articolo scritto dal mio Suhu Riccardo Di Vito

Con l’occasione della pubblicazione del primo video didattico pubblico di Hek Ki Boen Eng Chun Kun da parte del mio Maestro, Kenneth Lin (Lin Xiang Fuk), voglio spiegare nel dettaglio la tecnica che viene mostrata, il pugno Im Tiong Sam Tim Kun (陰中三點拳).
Una definizione potrebbe essere quella di pugno sulla linea centrale, che colpisce con tre punti, con la rotazione “Im”. Vediamo perché.
陰 (con la forma semplificata 阴) [yīn] è l’esatto opposto di 陽 [yáng]. Ha molteplici significati, ma viene solitamente utilizzato per intendere il principio femminile o passivo del taoismo, del buddismo chan, etc. Al femminile è utilizzato per intendere la luna, l’orientamento ombreggiato di una collina (il suo lato Nord), la riva Sud del fiume o un “segreto”, qualcosa di “nascosto”. Nel dialetto fukinese lo rendiamo con /Im/ (ricordo che non esiste una traslitterazione standard come per la lingua nazionale).
中 [zhōng] significa propriamente centro, centrale, nel mezzo o all’interno. Lo rendiamo con /Tiong/.
三 [sān] è il numerale 3 e lo rendiamo con /Sam/ o /Sa/.
點 (con la forma semplifica 点) [diǎn] è utilizzato per indicare un punto, un piccolo punto. In fukinese è /Tim/ (in alcuni dizionari è reso con /Tëém/).
拳 [quán] è propriamente il pugno di un sistema percussivo. Per estensione, si intende anche un ‘sistema’ o una particolare Arte Marziale. In questo caso indica proprio il pugno. In fukinese è /Kun/.
Torniamo, quindi, alla tecnica spiegata nel video. Si tratta di uno dei pugni utilizzati nel nostro sistema, che va ad impattare con le tre nocche di mignolo, anulare e medio sulla linea centrale, all’altezza del punto di riferimento alto della Formula (chi non la conosce mi contatti).
Il pugno Im è tridimensionale, come tutti i movimenti del sistema, ma è apparentemente un attacco dritto agli occhi di chi non conosce Hek Ki Boen Eng Chun Kun. Come tutti i movimenti, contiene un cerchio interno, che ci permette di perforare il punto di contatto.
L’obiettivo principale di questo pugno è colpire la linea centrale con pugni veloci, travolgenti e molto efficaci, su un attacco dritto dell’avversario (Jab, Diretto e simili). Viene abbinato al footwork ‘Im Siam Po’, cioè alla presa dell’angolo cieco esterno dell’avversario.
La raccomandazione che faccio sempre ai miei Allievi è di mantenere il gomito sulla linea verticale Im, di serrare il pugno sin dall’inizio del suo cammino e di lanciare il colpo, senza spingerlo.




lunedì 21 settembre 2015

Lo sparring come parte integrante del mio allenamento

L'allenamento non consiste soltanto nell'esercitarsi a eseguire alcune tecniche, quello che si impara bisogna testarlo sul campo e un ottimo modo per farlo è appunto lo sparring.
Ecco che quando non mi riunisco con gli altri ragazzi del gruppo di studio mi concentro ad allenarmi anche nello sparring che è parte integrante del mio allenamento, mi incontro coi ragazzi che fanno pugilato per cominciare questa sessione di allenamento diversa dal solito. 

Dopo un adeguato riscaldamento mi metto il caschetto protettivo e come dicono i pugili inizio a fare i guanti soltanto non indosso i guantoni da pugilato in quanto eseguire l'hoat keng risulta difficile, ecco che ci alleniamo facendo tre round simulando così un incontro.
Chi ci guarda osserva attentamente i movimenti dell'uno e dell'altro, il pugile usa le sue combinazione di ganci, diretti, jab e montanti.
Per quanto riguarda me mi metto sempre al lato del mio opponente e con le relative difese ''tan jiu, tun jiu, kim jiu e sat jiu'' cominciamo a scambiare i colpi, l'offensiva del mio opponente parte e così la mia difesa si pone tra lui e me.
Però non si tratta soltanto di difendersi e basta, è inutile, quando mi attacca anche se mi difendo osservo i suoi movimenti e vedo dove può essere scoperto, ecco che può capitare che mentre mi da un gancio posso difendermi dall'attacco e nel contempo attaccare la sua parte bassa oppure se l'attacco viene dal basso mi difendo dal montante e attacco in alto.

 Non esiste una regola precisa, in base a come si muove il mio avversario reagisco di conseguenza e da questo tipo di allenamento si possono capire parecchie cose.
Il pugile di per se ha un buon gioco di gambe quindi reggere la sua velocità non risulta semplice, la resistenza può essere un primo ostacolo , la resistenza è solo la base perché allo stesso tempo devo reagire prontamente quindi di conseguenza devo essere veloce.
Ecco che lo sparring riveste sempre un ruolo molto importante nei miei giorni perché da ciò posso notare i miglioramenti e gli aspetti che devo migliorare e fra l'altro è di sicuro la parte più divertente dell'allenamento.
Un altra cosa molto importante è che si acquista maggiore consapevolezza e sicurezza, perché non devo più immaginare come si potrebbe reagire perché tutto quello che so lo metto in pratica e faccio della mia esperienza il mio tesoro.
Invito tutti i lettori a non prendere sottogamba questa pratica col compagno perché questo alla fine è un test che conferma le nostre capacità in un contesto reale.

domenica 13 settembre 2015

La prima intervista a Sukong, Gran Maestro Lin Xiang Fuk

Oggi voglio proporre un vecchio articolo del mio Suhu Riccardo Di Vito, cioè la prima intervista al Gran Maestro Lin Xiang Fuk

Oggi conosciamo SiFu Lin Xiang Fuk del Black Flag Wing Chun (o 'hek ki boen eng chun').

Può dirci qualcosa della sua vita? Quando ha iniziato con le Arti Marziali?
Il mio viaggio nell'HKB Eng Chun è iniziato quando ero ancora bambino. Ogni volta che finivo nei guai, mio padre mi puniva facendomi eseguire esercizi di kungfu, come Nji Ci Bhok Yang Bhe (la posizione dell'HKB dell'ideogramma due, che trattiene lo Yang), Im Tiong Kun (Pugno Centrale Yin), Goan Jiu (Mano che fa un cerchio), Cam Jiu (Mano che taglia), footwork in Yang Cin Po ed altri movimenti che allora non riconoscevo come Eng Chun. All'inizio i miei genitori non approvavano che io apprendessi formalmente le arti marziali, poiché desideravano che io mi concentrassi sui miei studi. 
Dal momento che mi avevano proibito di andare ad una scuola di arti marziali, io risparmiavo i soldi che mi davano per comprare cose da mangiare e merendine ed invece compravo libri di arti marziali. Osservando il mio forte interesse e la perseveranza verso le arti marziali, i miei genitori si convinsero a lasciarmi studiare il kungfu. 
 Nel 1985, quando avevo 10 anni, mio padre mi portò ad un ristorante dove mi presentò al mio primo Suhu (Sifu in HKB Eng Chun), il GM (Grandmaster) The Kang Hay, che era il proprietario del ristorante. Da lì in poi, appena finivo con la scuola, correvo diritto al 2° piano del ristorante, che era il suo Bukoan (luogo di allenamento). Più tardi, scoprii che anche mio padre aveva appreso l'HKB Eng Chun Kun sotto il GM The Kang Hay e che era il nipote di Sutjo Kwee King Yang. 
Subito dopo, scoprii che tutti quegli esercizi e strani movimenti che mio padre mi dava per punizione erano la base del sistema HKB. Man mano che il tempo passava, rimanevo sempre più sorpreso da quest'arte, non solo dal punto di vista del combattimento, ma anche per come riusciva a farmi diventare la persona migliore che potevo essere. 
Con chi ha conosciuto il sistema Wing Chun? 
Ho iniziato HKB Eng Chun (Wing Chun) sotto GM The Kang Hay nel 1985. 
Chi sono stati i suoi Maestri in passato? 
Ho avuto il privilegio di essere avviato e istruito da altri studenti di Sutjo Kwee King Yang. Alcuni di loro erano miei sucek (i più giovani fratelli di kung fu di GM The Kang Hay) e Supek (o Sibak, i più vecchi fratelli di kungfu di GM The Kang Hay). Nonostante GM Tio e GM Xing Yen avessero ricevuto entrambi l'insegnamento del mio principale Suhu (Sifu), GM The Kang Hay, non ho mai guardato a loro come Suheng (fratelli di kungfu). Invece, GM Tio e GM Xing Yen sono entrambi miei Suhu. In totale, ho avuto l'opportunità di imparare da sette Suhu (Sifu) di HKB, ma ho ricevuto la maggior parte di ciò che ho appreso da GM The Kang Hay e GM Tio. 
Fui molto fortunato ad avere l'opportunità di allenarmi con sette grandmasters di HKB Eng Chun. Di base, tutti loro insegnavano esattamente i medesimi movimenti, posizioni e punti di riferimento, fondati sulla formula HKB. Tuttavia c'erano differenze nell'espressione. Proprio come quando un maestro pittore insegna ai suoi studenti a dipingere paesaggi, sebbene tutti gli studenti abbiano la medesima teoria, comprensione e addirittura ‘stile pittorico’, il risultato di ognuno è comunque diverso. Questo è perché si tratta di arte, non di scienza. Ciò vale anche per il kungfu. L'aver potuto studiare sotto sette grandmasters l'HKB Eng Chun mi ha dato il vantaggio di poter vedere oltre ciò che è la “personale interpretazione” e di capire meglio l'essenza del  sistema HKB. 
Ho avuto anche la fortuna di poter apprendere le loro ‘speciali’ abilità individuali, qualcosa di specifico ad ognuno dei Suhu. Abilità speciali potevano essere una qualche tecnica/approccio/concetto favoriti o addirittura un'abilità al di fuori dal syllabus, sviluppata intenzionalmente o involontariamente man mano che approfondivano il sistema. Sono anche grato che mi sia stata data la possibilità di essere introdotto allo studio di lineages e stili differenti di Wing Chun. Anche se HKB Wing Chun è sempre stata la mia identità principale, differenti lineages mi hanno permesso di espandere i miei orizzonti e apprezzare altri stili. 
E ora? 
Una volta che hai un Suhu, resta tuo Suhu per tutta la vita. Anche se ho completato il sistema, do sempre loro rispetto ai miei Suhu. 
Lei è Sifu/Suhu. Chi l'ha proclamata Suhu? 
Dopo che completai il mio training, sia GM The Kang Hay che GM Tio mi istruirono per iniziare ad insegnare nel 1997. Entrambi mi indicarono come uno dei loro successori e mi dettero piena responsabilità per la diffusione e la preservazione di questo sistema, nonché di accrescere la fama dell'Eng Chun e di Sutjo Kwee King Yang. Nel 2000, ho finalmente iniziato ad insegnare nella mia casa. Poi sono andato negli USA nel 2005. 
 
GM The Kang Hay e GM Tio allora mi istruirono sulla diffusione e preservazione dell'HKB a livello internazionale. Fui nominato come Suhu (Sifu) in carica per l'espansione del sistema HKB oltremare al di fuori dell'Indonesia. In tutta la mia esperienza di insegnamento, i miei studenti, discepoli, le loro famiglie ed il grande pubblico si rivolgono a me come Suhu. Nella cultura cinese tradizionale, gli studenti e i discepoli si rivolgono a colui che insegna loro chiamandolo Suhu. Gli studenti chiamano l'insegnante del proprio istruttore con l'appellativo di “Sukong” che è simile all'idea di ‘nonno-istruttore’. Quando ho portato i miei studenti in Indonesia a visitare la nostra Famiglia HKB nel Marzo del 2010, essi si rivolgevano a tutti i miei Suhu (Sifu) chiamandoli Sukong. La cultura del Kungfu è basata sulla struttura relazionale familiare. Per questo non è solo una relazione di tipo insegnante-studente. Un Suhu non è solo chi aiuta gli studenti ed i discepoli a migliorare le capacità nelle arti marziali, ma è come una figura paterna che è responsabile per le loro vite, il ché include la parte fisica, mentale, spirituale, emotiva così come il successo futuro nella vita. 
Come si diventa Suhu nella sua associazione? 
Una persona diviene Suhu quando si danno entrambe le seguenti condizioni: 1. Finisci il curriculum per il Primo Livello Istruttore di HKB Engchun e ottieni il certificato dalla Sede Centrale dell'HKB. Ci sono cinque livelli di istruttori. 2. Inizi ad insegnare ed hai studenti base. 
Puoi spiegare le origini della tua famiglia di Wing Chun? 
Per favore fate riferimento alla seguente pagina nel sito ufficiale dell'HKB Eng Chun Pai: http://engchunkun.com/history.html  
Quante ore si allena? 
Quando ero ragazzo, non appena uscito da scuola e terminato il mio pranzo, portavo tutti i miei compiti al Bukoan di Suhu. Il mio Suhu voleva sempre che finissi i compiti prima di iniziare l'allenamento. Cominciavo l'allenamento e partecipavo alle lezioni da pomeriggio fino a sera. Il sabato a volte non finivo prima delle 11 di sera e, quando i miei genitori erano d'accordo, spesso finivo per rimanere a dormire a casa del mio Suhu. 
Normalmente, mi alleno fisicamente nell'HKB circa 2-3 ore al giorno. Di sabato mi alleno per 5-6 ore con i miei studenti e anche da solo per il mio training personale. Mentalmente, HKB Eng Chun è uno stile di vita per me. Il kungfu è presente in ogni momento della mia vita quotidiana. Ogni momento, ogni secondo. Esso è presente nel mio modo di pensare, nel mio modo di parlare e in qualunque cosa mi trovo a fare. E' parte integrante della mia vita. 
Ha mai combattuto in una competizione sportiva? Quando, dove e con quali risultati? 
Crescendo come un Cinese nato in Indonesia, non c'era mai una competizione professionale open di kungfu. Per lo più il Kungfu Cinese veniva insegnato in maniera tradizionale. Generalmente uno studente apprendeva a casa del Suhu. Ciò è dovuto alla politica imperante in Indonesia negli anni '60. Qualunque cosa avesse a che fare con la cultura cinese veniva messa al bando. Questo include il parlare la lingua, lo scrivere in Cinese, il kungfu e molte altri pratiche culturali cinesi. Le competizioni pubbliche di kungfu non erano permesse assolutamente. A quei tempi, solo Karate, Tae Kwon Do e Silat Indonesiano erano le arti marziali che vantavano scuole professionali aperte al pubblico. Quelle arti non erano interdette. Quando le associazioni di Karate tenevano queste competizioni, non accettavano persone provenienti dall'esterno. Questo è anche ciò che avvenne con il Tae Kwon Do e con il Silat Indonesiano. 
C'erano naturalmente combattimenti clandestini e segreti tra stili solo all'interno della comunità delle arti marziali cinesi. A volte questa tradizione causava sfide tra differenti comunità cinesi. Da giovane, quando ancora stavo imparando dai Grandmasters dell'HKB, ho avuto molte esperienze di ‘incrociare le braccia’ con altri artisti marziali cinesi di differenti stili. Ho fatto questo nel modo più rispettoso, che non è quello di una sfida ufficiale. Questo finiva proprio per sorprendere/impressionare sempre molti maestri e praticanti di altre arti marziali cinesi, in quel periodo. Non ho mai voluto mancare di rispetto ad altri stili; volevo solo valutare la mia abilità in HKB contro altri stili senza rovesciare la loro ciotola di riso (significa, senza danneggiare le loro scuole o i loro affari, ndr). 
Quando all'inizio ho cominciato ad insegnare, prima di imparare come trattare le richieste di sfida, ho ricevuto un paio di sfide. Trovavo la cosa molto irrispettosa, specialmente se gli sfidanti non erano della mia generazione. Finivo veramente per accettare alcune di queste sfide e davo loro ‘qualcosa’ da ricordare a vita. Ma volgendomi indietro, mi pento di questo. Un Suhu (Sifu) nel Kungfu dovrebbe sapere come controllare se stesso senza lasciarsi andare a causa di altri o delle sue emozioni. E dovrebbe avere l'abilità di controllare gli avversari senza ferirli. Ho imparato molto da quei primi anni di insegnamento. 
Quante ore a settimana uno studente dovrebbe allenarsi per crescere seriamente? 
Questo sul serio dipende da condizioni come età, fitness, e obbiettivi dello studente. Come principiante, mi aspetterei da parte loro un allenamento di almeno mezz'ora al giorno, lezioni a parte. Quando divengono studenti a tempo pieno, possono allenarsi 1-2 ore al giorno. Personalmente metto la massima enfasi sulla consistenza piuttosto che su quanto a lungo o per quante ore dovrebbero allenarsi. Anche se solo per mezz'ora, se ci si allena tutti i giorni, è meglio che allenarsi 4-6 ore per uno o due giorni e poi pausa per una settimana. Io personalmente mi alleno per 2-3 ore ogni giorno e circa 5-6 ore ogni domenica. Non mi aspetto questo tipo di allenamento da ciascuno dei miei studenti, ma mi aspetto che i miei discepoli ed gli studenti di livello Istruttore abbiano il mio medesimo impegno. 
Qual è il suo pensiero su altri SiFu e sui i loro metodi di insegnamento, sulle altre associazioni e famiglie di Wing Chun?
Il Kung Fu cinese non è una scienza: è un'arte. Perciò ogni SiFu ha una sua propria espressione ed interpretazione, basata sulla propria esperienza. Dal mio punto di vista, un buon SiFu deve sapere cosa è meglio insegnare ad una persona, in base alla condizione della persona stessa, al suo carattere, in base alla sua struttura mentale ed alla sua abilità. E' per questa ragione che insegnare ed imparare Kung Fu richiede un'interazione fisica con un'altra persona ed una comprensione del livello dello studente, dei suoi punti di forza e delle sue debolezze. E' per questa stessa ragione che abbiamo un detto cinese per il quale la bocca parla e il corpo riceve/comprende. Personalmente non sono d'accordo con l'idea di arti marziali per produzioni di massa. Come per altre associazioni/famiglie di Wing Chun, siamo come un grande albero. HKB Eng Chun, così come altri lineages, è un ramo del grande albero del Wing Chun. Sebbene il Wing Chun abbia cominciato a divenire più popolare e ben noto, c'è ancora molto lavoro da fare per mettere da parte la politica e le lotte di potere. Il Wing Chun, collocandosi come sistema tradizionale nell'ampio ventaglio delle marziali cinesi, non gode di gran successo (in termini di numero di studenti e popolarità) se comparato alla miriade di Scuole di Arti Marziali Giapponesi o Coreane nella maggior parte delle città del mondo. Spero sul serio che il Wing Chun continui a crescere e cambiare la vita delle persone, apportandovi maggiori benefici. Vorrei vedere scuole di Wing Chun in altrettante città quante sono quelle in cui ci sono scuole Giapponesi o Coreane, per dare alle persone una possibilità di confronto, per capire cosa è meglio per loro. Io credo che sia nostra responsabilità collettiva lavorare insieme per promuovere, diffondere, e preservare il sistema per la prossima generazione, senza provare a farsi guerre per dimostrare quale lineage è il migliore, il più antico, il più originale, etc. 
Ci sono molti lineages sconosciuti che vogliono solamente presentare il proprio sistema al mondo e promuovere le arti marziali cinesi. HKB Eng Chun è uno di questi. Dovrebbe essere ed è scelta dello studente decidere quale lineage è meglio per lui o lei, in relazione ai traguardi previsti per la propria vita. Io e tutti i miei Suhu ed i miei studenti non abbiamo interesse a partecipare a guerre politiche all'interno della comunità delle arti marziali tradizionali cinesi. Noi insegniamo, noi impariamo, noi promuoviamo le arti marziali tradizionali della Cina. Siamo tutti insieme una grande famiglia del Kungfu, sparsa per i quattro mari e per i sei continenti. 
Può dirci quali sono le differenze tra il suo Eng Chun ed altre interpretazioni? 
Ci sono grosse differenze nell'approccio multi-strato. Non possiamo dire che è meglio o più originale di altri, etc. Se parliamo dal punto di vista tecnico e concettuale, ci sono molte differenze come la posizione: Nji Ji Bhok Yang Bhe, che è tradotto come Comprimere la forza “Yang” (come Im-Yang) con la Posizione del Carattere 2 (il ginocchio è la parte alta, il piede quella bassa) piuttosto che posizione per bloccare la capra. Footwork, pugni e tutto il resto sono anch'essi diversi. HKB si focalizza sull'occupare il tempo e diventare lo spazio come perfetta espressione del 'Qui ed Ora' (il Chan Cinese/Buddismo Dhyana). Al di là della “Forma Tecnica” e delle differenze di Concetto, ci sono anche molti altri fattori chiave caratteristici dell'HKB Eng Chun. 
Per esempio: 
A. Principi Chan del non attaccamento (Detachment) nel Sam Chin Sam Tue. Principi che sono: Micro Cosmo (Siauw Im Siauw Yang): liberare se stessi dall'attaccamento al proprio io, separando Mente, Corpo e Qi. Conoscere se stessi. Macro Cosmo (Thay Kek Im Yang): liberare se stessi dall'attaccamento all'illusione del Mutamento di Im Yang (Cielo=Tempo, Terra=Spazio). Vuoto (Bu Kek): liberare se stessi dall'attaccamento ad ogni forma/apparenza/teoria. Questi principi costituiscono il vero DNA del Buddhismo Chan del “Qui” e “Ora”, dove tempo e spazio cessano di esistere. 
B. Formula; agire seguendo il reference point che fissa l'esatta posizione di ogni parte del corpo, come il gomito, il ginocchio, la gamba, la mano, la posizione, etc. Lo scopo della formula è quello di dare al praticante l'abilità di occupare il tempo dell'avversario e diventare spazio, come vera condizione del Qui ed Ora (Detached). Altro beneficio della formula è che questa aiuta a preservare il sistema nel corso della trasmissione. Indipendentemente da chi ha insegnato a chi, il reference point sarà sempre lo stesso. Così il sistema può essere trasmesso attraverso una formula piuttosto che attraverso l'interpretazione personale che potrebbe poi condurre a diverse forme e punti di riferimento per alcuni movimenti. Sebbene ogni Sifu abbia un proprio modo di esprimersi col corpo, gli esatti reference points delle mani, dei gomiti, ginocchia e altre parti del corpo sono sempre i medesimi. 
Per esempio, consideriamo la tecnica “Tan Jiu”. Sebbene ogni Suhu (Sifu) di HKB abbia una differente espressione basata sul proprio livello di abilità individuale, l'altezza esatta di gomiti, polsi, punta delle dita, spalla, la profondità, sono sempre uguali poiché si basano sulla formula dell'HKB. Questo riduce i rischi di cambiamenti che potrebbero annacquare il sistema, se basato sulle interpretazioni persoali. 
C. Metodo della Generazione di Potenza; altri lineages si focalizzano sul come generare maggiore potenza usando il peso del corpo, la struttura, la posizione, i passi, etc. In HKB, noi non studiamo come generare potenza; invece ci concentriamo sul Metodo per Trasferire Potenza. In HKB Eng Chun, la Potenza è un effetto secondario del detachment del Microcosmo (Corpo, Mente e Respiro). Invece di collegare ed usare l'intero corpo in una azione, noi separiamo il corpo in singole unità che non contino l'una sull'altra. Il risultato sarà veramente sorprendente indipendentemente dalla taglia, età, distanza/spazio, posizione, struttura, condizione fisica, etc. Questo include anche il metodo della respirazione ed anche qui il respiro deve essere separato ed autonomo rispetto al movimento del corpo; questo è ciò che noi chiamiamo respirazione naturale, la quale è lenta e profonda indipendentemente da quanta energia tentiamo di trasferire all'estremità. Trasferire un esplosivo impulse power all'estremità del punto di contatto nel momento del bridging, indipendentemente dalla posizione del corpo, con/senza struttura, con ogni movimento, ad ogni distanza (spazio), o addirittura quale che sia il momento della respirazione (sia durante l'inspirazione che durante l'espirazione) è qualcosa di veramente cruciale in HKB. Questo metodo di Impulse power è chiamato Hoat Keng. L'Hoat Keng dell'HKB (Impulse Power) è veramente unico e questo ha richiamato molto l'attenzione e l'interesse di molti ben noti maestri provenienti da differenti lineages e stili. 
Questi tre punti costituiscono appena una spiegazione basilare di alcune delle unicità del sistema HKB; naturalmente sarà impossibile qui spiegare più in profondità o semplicemente enunciare altri importanti punti, poiché essi richiedono esperienza. 
Quali sono i concetti del combattimento su cui si focalizza nella sua Scuola? 
Il Wing Chun può essere visto in un primo momento come un metodo di combattimento scientifico, ma una volta che si diviene praticanti avanzati, non è più una scienza. E' piuttosto un'arte per esprimere se stessi nel modo più efficiente in termini di tempo, spazio ed energia. Come arte, il Wing Chun dovrebbe permettere di fluire e adattarsi ad ogni situazione. Non è un set prefissato, poiché se lo fosse questo andrebbe contro i principi di detachment del sistema HKB Eng Chun. Il massimo dell'espressione dell'HKB Eng Chun si basa sull'idea di Massima Efficienza in termini di Tempo, Spazio ed Energia. 
A volte devi persino evitare di ingaggiare un combattimento alla cortissima distanza per poter utilizzare in modo efficiente il tuo tempo e il tuo sforzo. Di solito si considera la cortissima distanza la più economica: questo non va bene se alla fine devi buttar giù un muro per poter entrare in un'altra stanza. La Massima Efficienza non è uno stile, ma è un'espressione basata su di un certo tipo di abilità e su una certa forma mentis. La Massima Efficienza non è una collezione di tecniche che ricordi i movimenti del Wing Chun. L'espressione della Massima Efficienza è un concetto mutuabile perfettamente dal kungfu anche per la nostra vita quotidiana. Quanto siamo stati efficienti con le nostre risorse di tempo, spazio ed energia ieri? Quanto lo saremo oggi e persino domani? 
Ha una forma per il 'Luk Dim Poon Kwan'? Ci può dire qualcosa al riguardo? 
Noi non abbiamo una Forma per il 'Luk Dim Poon Kwan' . Abbiamo invece una forma del palo chiamata Pat Mui Khun Huat (Il Bastone delle otto Direzioni). La lunghezza del nostro palo è uguale all'altezza del praticante misurata fino a un punto tra le sopracciglia ed 1 pugno sopra la sommità della loro testa. Afferriamo il bastone nel centro, con una mano a palmo orientato verso il basso e l'altra mano col palmo orientato verso l'alto. Usiamo ambo le estremità del bastone. Un punto essenziale è che l'energia deve essere trasferita alla punta del bastone. Questo è il motivo per cui occorre essere a buon punto nella tecnica a mani nude prima di iniziare ad apprendere il maneggio delle armi. Se non si riesce a trasferire energia alla punta delle proprie dita quando le mani non impugnano nessuna arma, non v'è modo di farlo col bastone. 
Ha una forma di 'Bart Cham Dao'? Anche qui ci può dire qualcosa? 
Questa forma è nota come “Sang To” in HKB Eng Chun. Il significato è Doppie Spade a farfalla. Per la corrente principale dei praticanti di Wing Chun, il nome normalmente in uso è quello di “Bat Cham Dao”. La forma delle spade è però diversa da quella della maggior parte degli altri lineages di Wing Chun. La punta della Spada a farfalla del HKB è concava. “Sang To” non è niente altro che un'estensione della mano e del braccio. Ogni principio valevole per le mani si applica ugualmente anche qui. 
Ha mai pensato di venire in Italia? 
Sono sempre stato curioso di assaggiare il cibo italiano nel suo paese d'origine. Mi piace vedere bei posti e incontrare belle persone, specialmente se pazze per il Kungfu. Al momento non ho pensato all'eventualità di un viaggio in Italia. Sto ancora preparandomi per alcuni progetti ad Amsterdam ed in Brasile per condurre seminari e workshops. Vediamo se in futuro potrò avere questa opportunità di venire in Italia. 
Grazie! 
Prego. Grazie per l'Intervista.

domenica 6 settembre 2015

L'estate è finita vieni a provare l'Hek Ki Boen Eng Chun

L'estate è finita ormai chi può si gode gli ultimi bagni, si ritorna alla solita routine e si cerca qualcosa per riempire le giornate.
In questo periodo i ragazzi del gruppo di studio ricominciano con la normale attività, per chi non sa cos'è un gruppo di studio Hek Ki Boen ora vi spiego, vi è un ragazzo che studia il Sistema Hek Ki Boen Eng Chun da un tempo maggiore e condivide con altri ragazzi le sue conoscenze.

Quando io e tutti i ragazzi ci incontriamo cominciamo con dei brevi giri di corsa per cominciare il nostro riscaldamento, a seguire ci disponiamo uno di fronte all'altro per eseguire i passi HKB, il footwork è una parte molto importante del nostro allenamento in quel minuto che dedichaimo a questo esercizio spingiamo al massimo infatti la base di un buon kung fu è dato dalle nostre gambe, prima ci impariamo a muovere nello spazio poi ci impariamo a difendere da un attacco diretto.
A seguire per il completamento del riscaldamento eseguiamo la Nji Ci Bok Yang Bhe con la quale
rafforziamo la parte basse del nostro corpo e gli air drill passi e difese che vengono usate nello stesso momento.

 
Le principali difese che alleniamo sono la difesa da jab, diretto, gancio e montante, oltre a ciò ci alleniamo come difenderci da una calcio.
I calci non sono un elemento trascurato, infatti già da subito ci si allena su come eseguirli, possono capitare delle situazioni estreme in cui ci bloccano un arto o ci vogliono trattenere per riempirci di pugni, tutto questo rientra nello studio della difesa personale.
Nella difesa personale ci si allena su come liberarsi dalle prese al polso, a entrambi i polsi, al petto e al collo.
Per conoscere meglio questo nuovo Sistema ti invito ad allenarmi con me e i miei compagni, ti aspetto a Velina in Via Chiusa dei Cerri snc presso la palestra Perfect Body Club 2 e insieme ci alleneremo nell'Hek Ki Boen Eng Chun.

domenica 30 agosto 2015

Il mio Suhu, Suhu Riccardo Di Vito

Molto spesso nel web si legge qualche commento del mio Maestro, il Suhu Riccardo Di Vito.
Oggi voglio parlare di lui perché sentendo tutto questo sciame di voci diverse si può far confusione,
quando conobbi per la prima volta il mio Suhu ne rimasi emozionato perché è una persona che ti mette a tuo agio, invece che dimostrare le sue capacità marziali testandole sugli allievi fa l'opposto contrario.

Cioè incita lo studente a spingere sempre e sempre di più, quando capita che uno studente riesce a farlo male con qualche tecnica il dispiacere non si dipinge sul suo volto, anzi sorride perché quello che ha spiegato è stato assimilato, non è il maestro che dimostra che è bravo sono stesso tutti gli studenti che dimostrano l'efficacia degli insegnamenti di Suhu.
L'Hek Ki Boen Eng Chun è un sistema affascinante ma si sa che dove ci sono gli appassionati esistono anche quelle persone pronte a criticare, molto spesso presentando a nuove persone l'HKB il mio Suhu ha trovato appunto queste persone che erano pronte a mettere in discussione la validità del nostro sistema, ognuno di noi si arrabbierebbe nel sentire una persona che critica quello che facciamo ma il mio Suhu è diverso, perché a ogni possibile sfida sorride e invita agli increduli a testare l'HKB, alla fine di tutto il mio Suhu gioca soltanto e gli altri si ritrovano qualche bel livido. 

Il suo motto principale è quello di non avere limiti ed è capitato molto spesso che delle persone lo hanno criticato in quanto appartenenti a lineage differenti dal nostro, allora a questo punto è opportuno confrontarsi e vedere chi ha ragione, risulta che il mio Suhu offre la sua disponibilità ma molti si tirano indietro.
Dopo tutto questo, il mio Suhu insegna in maniera diversa rispetto gli altri perché non riempie l'allievo di tante nozioni, anzi ognuno di noi ha il suo tempo e quando l'allievo è maturato può passare al livello successivo e come un amorevole padre gli dice il cambiamento che deve fare.
Ecco uno degli aspetti che lo differenziano rispetto agli altri è dato dal fatto che i passaggi di cintura non si pagano, lo studente non è un pollo da spennare chiedendogli di fare tante lezioni private e quindi pagare fior di quattrini, nel suo Bukoan l'allievo segue il corso che ha la durata di diverse ore ogni settimana e in questo posto ognuno si sente a casa.
Posso dilungarmi ancora molto nel parlare del mio Suhu però voglio dare un consiglio, se volete sapere chi è Suhu Riccardo Di Vito vi invito ad andare al suo Bukoan ''Il Cerchio'' e fare questa esperienza e dopo potrete essere voi a dire a tutti chi è Suhu Riccardo Di Vito.

lunedì 24 agosto 2015

La cerimonia del Bài Shī (拜師)

Oggi voglio parlare del Bai Shi e fare chiarezza su questo argomento, per una migliore comprensione del tutto riporto un articolo di Suhu Riccardo Di Vito:

Nelle epoche passate, molte famiglie affidavano i propri figli ad un Maestro di Arti Marziali perché li educasse e crescesse secondo princìpi retti e sani, addestrandoli in tutti i campi del sapere. Il SiFu era dunque Maestro e Padre, un vero e proprio formatore che aveva il compito di insegnare le Arti Marziali, ma anche storia, medicina, filosofia, religione, fino alle regole comportamentali e sociali.
Tra gli Allievi comuni che frequentavano la scuola, il SiFu, dopo un periodo di osservazione di circa 3 anni, ne sceglieva uno oppure alcuni a cui riservava allenamenti speciali ed insegnava le tecniche in un modo più profondo e, a volte, diverso. Questi prescelti erano i (門人) ménrén (mandarino) o Muhn Yahn (cantonese), i cosiddetti “uomini della porta”, cioè i discepoli, passati attraverso la porta [過門弟子 – guòméndìzǐ (mandarino) o Gwo Muhn Dai Ji (cantonese)].

 I discepoli erano coloro i quali entravano nella casa del Maestro e venivano adottati quali membri della sua famiglia, prendendone anche il cognome. Questo ingresso nella famiglia del Maestro veniva celebrato con il Bài Shī (拜師 – in cantonese Baai Si), la cerimonia in cui ci si prostra di fronte al proprio Maestro, un vero e proprio atto di affiliazione, mediante il quale l’adepto giurava fedeltà assoluta al Maestro ed alla Scuola, per dedicarsi dunque ad una Via senza ritorno. Raramente chi veniva scelto dal Maestro rifiutava…
L’onore e l’importanza della cerimonia sono ancora oggi ben conosciute a tutti, anche se in parecchie Scuole si è perso il senso profondo. Conosciamo bene alcuni personaggi che hanno fatto fino a ben nove (!) Bài Shī, uccidendo la Tradizione. Una volta iniziato, in realtà, il praticante non può più tornare indietro e lasciare la Scuola. In passato, infatti, dai segreti trasmessi, sia medici che marziali, dipendeva la sicurezza di un intero gruppo sociale: chi trasgrediva  i giuramenti prestati veniva punito severamente. Le classiche cinque punizioni nella Cina imperiale consistevano nel marchiare la fronte, tagliare il naso, tagliare i piedi, tagliare i genitali, tagliare la testa. Sappiamo che ci sono famiglie che tagliavano direttamente i tendini ed i legamenti…
I (禮 – o Lai in cantonese), i rituali, ed il rispetto dell’ordine gerarchico in una comunità come quelle tradizionali cinesi erano di fondamentale importanza. Per questo è bene conoscere il rituale che ogni famiglia adotta. Io posso parlarvi del nostro, quello della mia Famiglia.
In generale, il giorno della cerimonia, la stanza viene preparata con i ritratti degli antenati e gli ideogrammi col nome ed i princìpi della Scuola appesi alle pareti, con un altarino su cui viene offerta della frutta e bruciato incenso con una serie di tre prostrazioni da parte dei discepoli e del Maestro.
Il discepolo si presenta in piedi di fronte al maestro seduto e di fronte all’allievo più anziano della Scuola, in piedi alla sinistra del Maestro. Poi recita il giuramento, guardando i ritratti degli antenati, scandendo con precisione il proprio nome e cognome e l’ora ed il giorno esatti.
Dopo il giuramento, il discepolo si inginocchia di fronte al Maestro. Lo studente più anziano consegna una tazza di tè al discepolo, in modo che lo stesso possa offrirla al Maestro. L’adepto omaggia con deferenza il Maestro con il tè: lo stesso prende la tazza, senza bere il contenuto, affinché l’Allievo capisca l’importanza dell’evento. Dopo aver bevuto il tè e riconsegnato la tazza al discepolo, questi la dà all’Allievo anziano.
Offerto il tè, il discepolo consegna al Maestro la hóngbāo (紅包 – Ang Pau in fukinese, Lai See (利市) in Cantonese), cioè una somma di denaro in una busta rossa, che simboleggia genericamente buona fortuna, ma fa riferimento alla rivoluzione delle società segrete per il ripristino della dinastia Ming. Sulla quantità dei soldi da mettere dentro non mi soffermo, perché c’è tutto uno studio sulla numerologia ed il significato dei numeri che qui non posso affrontare.
Dopo aver offerto la busta, l’Allievo si inchina tre volte, sbattendo la testa per terra, come prova evidente del giuramento nei confronti del Maestro, della famiglia e della Scuola. Durante la prostrazione, il discepolo ruota le mani con il palmo in su, a garanzia della sua buona fede, della sua fedeltà e della sua disposizione a difendere la famiglia.
Durante il Bài Shī l’Allievo giura di di non avere altri Maestri, di non entrare mai in un’altra famiglia, di onorare il suo SiFu col suo comportamento, obbedendogli in tutto, trasmettendo fedelmente gli insegnamenti della Scuola. In alcune Scuole il SiFu versa un altro tipo di tì, bollente e nauseante, in una tazza, porgendola all’Allievo, che viene costretto a berlo tutto d’un fiato, dimostrando così di essere in grado di sopportare le asprezze dei futuri allenamenti.
Alla fine della cerimonia, il discepolo chiede al Maestro: “Mi accetti?”. Il Maestro risponde: “Ti accetto”. Da questo momento in poi, il discepolo è detto “a porte chiuse”. Il Maestro può consegnare all’Allievo oggetti molto importanti della comunità, affinché vengano custoditi, ma di sicuro gli dà un nuovo nome, il (法號) fǎhào – o Faat Hou in cantonese -, cioè un nome religioso buddista (nel nostro caso). In altre Scuole di tradizione taoista, si chiama (道號) dàohào – o Dou Hou in cantonese -.


In alcuni casi la cerimonia si conclude con l’apposizione delle firme del Maestro, dell’affiliato e dei testimoni (che diventano 兄弟 – xiōngdì o Hing Dai – suoi fratelli giurati) su un documento, con la classica foto (in antichità il ritratto) che ritrae il Maestro seduto ed il prescelto in piedi alla sua sinistra.
Diventare un discepolo dà vita ad un legame unico tra l’Allievo ed una la lunga lista di antenati che hanno costituito la Tradizione prima di noi. È una relazione molto speciale quella che intercorre tra Maestro e Discepolo, perché si diventa membri di una famiglia.

domenica 16 agosto 2015

Aggressioni femminili, non rimanere in disparte prendi in mano la situazione

Molte ragazze per sentirsi sicure escono in gruppo, così facendo pensano di evitare incontri spiacevoli, però notizie in cui si sente parlare 
di aggressione subite da ragazze non calano e da ciò deriva una insicurezza generale, da una parte le ragazze aggredite diventano sempre più insicure e nei peggiori dei casi l'evento è stato così traumatico che non riescono a uscire facilmente dalle loro abitazioni, dall'altro lato buona parte della popolazione femminile sentendo queste vicende sgradevoli si rinchiudono in loro stesse e si manifesta in loro insicurezza e mancanza di fiducia verso il prossimo in quanto vedono il pericolo in ogni angolo.
Di fronte a tale paradosso ci sono due possibili scelte che si possono fare:

1-Rimanere sempre in guardia rimanendo sempre nella paura che l'aggressione può essere sempre dietro l'angolo.
2-Decidere di cominciare a imparare come gestire una situazione di questo tipo e reagire in caso di necessità.
Fuggire da una situazione e ben diverso che affrontarla, in ogni caso se si pensa di evitare il problema sorgeranno dei sentimenti di paura che non faranno passare delle belle giornate, invece se si pensa di affrontare il problema saremo già entrati in una condizione mentale migliore, avremo fatto un passo in avanti perché non volendo più essere succubi di queste situazioni la nostra vita migliorerà diventeremo delle persone più felici e le preoccupazioni di una aggressione non cambieranno la nostra vita quotidiana.


Il programma didattico HKB è rivolto a persone di tutti i sessi e età, ogni ragazza praticando può cominciare a dare una svolta alla sua vita, a trovare quel cambiamento che porterà nella sua vita la sicurezza che gli mancava.
Questo perché l'HKB ha come scopo principale la difesa personale e nella difesa personale ci si difende da una aggressione da strada, premi e medaglie che si ottengono da competizioni sportive non è un traguardo che ci interessa, l'unica cosa importante è ritornare a casa sani e salvi dopo una colluttazione.
Questo è uno dei tanti motivi che fanno si che l'HKB sia utile da una difesa da strada, un altro elemento che secondo me va evidenziato è dato dalle capacità fisiche proprie di una persona, non è richiesta una prestanza fisica particolare quindi una ragazza che fisicamente è più svantaggiata rispetto un ragazzo nel percorso HKB si allena allo stesso modo coi suoi pari corso e durante le settimane per raggiungere il trasferimento di energia, il così detto Hoat Keng, con gli esercizi non si va a sviluppare la componente muscolare, c'è un lavoro interno di fasce e tendini e vede un coinvolgimento passivo dei nostri muscoli.
Tutti questi elementi sommandosi danno ottime possibilità a una persona più debole, quindi anche a una ragazza, di ristabilire l'ordine nella sua vita dando reali capacità di difesa in caso di una possibile aggressione.
Ecco quando la vita comincia a picchiare duro l'HKB risponde dandoci una mano riportando serenità nelle nostre giornate.

lunedì 10 agosto 2015

L'HKB ci aiuta nella vita di tutti i giorni

Appena conobbi l'Hek Ki Boen Eng Chun ne rimasi affascinato, ma oltre alla sfera prettamente marziale anche la mia vita cominciò a prendere una piega diversa.
Si è spesso parlato delle abilità che si possono ottenere allenandosi nell'HKB ai fini di un combattimento, ma si è detto secondo me molto poco su quegli aspetti che la caratterizzano oltre questo ambito, oggi voglio proprio parlare di questo voglio mettere per iscritto la mia testimonianza.

Prima di conoscere l'HKB affrontavo i problemi di petto senza badare a quanta tensione ne poteva derivare invece ora le cose sono cambiate perché mi è stato consigliato affrontare i problemi in una maniera diversa, adesso ogni problema lo affronto con serenità e sempre col sorriso sulle labbra, questo perché conscio del fatto che ognuno di noi può avere una opinione diversa non cerco di convincere nessuno, invito a colui con cui sto parlando una possibilità di vedere la cosa in maniera diversa, però se vedo che il mio interlocutore non vuole accettare tutto questo io non cerco di cambiare le sue idee.
Questo modo di affrontare la vita in maniera diversa mi ha liberato di quello stress che avevo accumulato e adesso i miei giorni passano più felici rispetto a prima, il sorriso mi accompagna in ogni momento, adesso rido spesso prima invece mi risultava difficile.

Infatti nella pratica costante quando avvertiamo un dolore invece che mostrarlo coi gesti del nostro viso noi ridiamo e tutto questo si trasferisce in momenti diversi della nostra vita, si sa ridendo spesso una persona è più felice e adesso vedo maggiormente i lati positivi piuttosto che quelli negativi.
Il Distacco di cui tanto si sente parlare ci aiuta a distaccarci dai problemi in maniera semplice, questo non significa che ce ne dobbiamo fregare di quello che ci gira attorno, non dobbiamo lasciare che il problema prenda il sopravvento sul nostro animo, quando il problema ci vuole dominare dobbiamo distaccarci da esso questo ci aiuta ad avere più consapevolezza e tutto questo ci aiuta ad avere un dominio più completo di noi stessi.
Con l'HKB ho preso piena coscienza delle mie capacità e dei miei limiti e mi alleno costantemente affinché posso migliorare tutto questo, perché l'HKB è anche questo un eterno rinnovamento di noi stessi.

domenica 2 agosto 2015

Wing Chun si o Wing Chun no?

Con il titolo di quest'articolo oggi voglio parlare di un argomento molto discusso, cioè si parla molto spesso di wing chun ma molti dubitano della sua efficacia, come ogni arte marziale bisogna allenarsi, un allenamento sbagliato può far abbattere uno studente facendogli perdere ogni speranza e rifugiarsi nelle forme o esecuzioni di alcuni set può risultare deleterio.
Non voglio dire che questi esercizi non siano importanti, però se pratichiamo un arte marziale il nostro scopo è la difesa personale, se nell'allenamento non ci troviamo un compagno che vuole colpire non potremo raggiungere il nostro scopo, la situazione potrebbe addirittura essere peggiore rispetto a quella che avevamo immaginato.

Una persona che non è abituata a ricevere, incassare o proteggersi dai pugni entrerà in panico e chiederà al suo partner di fermarsi perché la paura dello scontro bloccherà ogni sua azione, ecco questo è uno dei motivi che induce le persone a scegliere maggiormente un altro sport da combattimento invece che il Wing Chun, cioè la mancanza dello sparring nell'esecuzione dei suoi esercizi base.
Senza lo sparring nel momento in cui la persona si ritrova a combattere non riesce a gestire la situazione e rischia di prenderle di santa ragione, ma questo non implica che il wing chun non sia efficace.
L'HKB Eng Chun si è sviluppato in un momento in cui le persone dovevano salvaguardare la propria integrità fisica, le tecniche in esso contenute sono in alcuni casi vietate da regolamenti sportivi, questo significa che la sua efficacia non può essere messa in discussione e in alcuni casi può capitare che l'avversario si possa ritrovare dopo uno scontro con delle ferite serie.
Però per far si che tutto questo avvenga la pratica dello sparring deve essere un esercizio che dobbiamo svolgere con assiduità e per facilitare meglio l'apprendimento della dinamica di un combattimento già nel programma base troviamo lo Skill Challenge, alla lettera significa sfida di abilità.
Questo esercizio comporta che lo studente testa le sue abilità direttamente, si sceglie una difesa e la si esercita, soltanto che il compagno non sarà blando e cercherà in tutti i modi di entrare per colpirci, all'inizio sarà normale che non riusciamo a far partire la difesa quando arriva il pugno, è una questione di allenamento per questo non dobbiamo mollare e dobbiamo perseverare. 


E chiaro che l'intento non è quello di mettere a tappeto il nostro compagno, dobbiamo dosare l'intensità, piano piano che progrediamo questo esercizio sembrerà sempre più realistico e quando vediamo che il compagno entra e ci colpisce dobbiamo ringraziarlo, questo perché ci ha fatto notare un difetto nella nostra difesa.
E' meglio averlo scoperto durante un allenamento e non durante uno scontro perché il nostro partner non avrà la cattiveria che potrebbe avere un nostro avversario.
Voglio concludere dicendo che l'HKB senza pratica non ci aiuta, quindi dobbiamo sempre testare le nostre abilità e anche se abbiamo paura di uno sparring dobbiamo sforzarci e superare i nostri limiti.

domenica 26 luglio 2015

Parliamo un pò di difesa personale

Si sente molto spesso parlare di difesa personale, ma cosa si intende con queste due parole?
In breve si può dire che è la reale capacità di difendersi da una aggressione, si può portare a terra l'avversario per poi scappare oppure possiamo ingaggiare uno scontro col fine di proteggerci anche a discapito dell'integrità fisica del nostro aggressore.

Il tema della difesa personale è un tema che ha una grande importanza e nessuno lo può prenderlo alla leggera, il pericolo di una aggressione può essere dietro l'angolo e quindi dobbiamo essere pronti a reagire, l'Hek Ki Boen Eng Chun ha appunto come scopo dare la possibilità ai suoi praticanti di proteggersi da una aggressione.
Gare e competizioni sportive non sono state prese in considerazione dall'HKB perché quando sentiamo la campana che suona sappiamo che dobbiamo cominciare a combattere e dopo pochi minuti la stessa campana suona di nuovo per farci riposare per alcuni secondi, ma la realtà è ben diversa, per strada non c'è nessuno che ci avverte quando il pericolo può comparire e la durata di uno scontro dipende solo da noi stessi, non ci sta nessuno che ci aiuta siamo solo noi e il nostro assalitore.
Quindi la realtà dei fatti ci impone che se vogliamo difenderci dobbiamo essere sempre pronti, ignorare questi fatti non ci aiuta, accendendo la televisione possiamo sentire dai telegiornali fatti molto cruenti, fatti che potevano essere evitati se coloro che hanno subito la violenza si fossero preparati per queste situazioni critiche.

Essere preparato significa educare il proprio corpo a muoversi nello spazio con la maggiore economicità di movimenti possibile, questo perché una mossa sbagliata può decretare l'esito dello scontro a favore del nostro assalitore, quindi per limitare o evitare inutili danni si occupa lo spazio dell'avversario al fine di ridurre i suoi movimenti.
Ecco l'Hek Ki Boen Eng Chun si occupa di tutto questo, perché quello che viene insegnato nel percorso di studio è lo sviluppo capacità che si possono usare in situazioni difficili dove le regole non esistono, ho parlato di capacità e non tecniche per il semplice motivo che una tecnica dobbiamo saperla dominare, quindi dobbiamo essere capaci di usare quella determinata tecnica nella realtà, avere una conoscenza sommaria di un programma non è il punto che vuole raggiungere l'HKB, l'importante è proprio acquisire quelle capacità che ci saranno utili per difenderci da un aggressore.

domenica 19 luglio 2015

La teoria dei 5 elementi

Ogni tecnica ha una sua caratteristica specifica, però tutto questo viene molto spesso ignorato o interpretato male.
Ecco un articolo di Suhu Riccardo Di Vito che ci potrà far chiarire le idee a riguardo:

Quando inizio a spiegare la connessione tra Elementi 
Interni ed Esterni nella teoria generale dell’Hek Ki Boen Eng Chun noto sempre una certa difficoltà negli Allievi a comprendere cosa sia la teoria cinese dei Cinque Elementi. Credo che sia utile, quindi, scrivere qualche riga che possa semplificare le migliaia di anni di studio dell’energia del corpo della medicina tradizionale cinese, con particolare riferimento a quelli che definiamo Elementi Esterni.
Al di là delle percussioni, delle forme e delle tecniche, anche l’Hek Ki Boen Eng Chun è uno dei metodi di auto-guarigione basato sull’energia, specialmente connessa ai singoli organi del corpo umano. I nostri Avi osservarono che non tutte le energie hanno la stessa qualità e possono essere trasmesse, coltivate o assorbite nello stesso modo. Ecco perché diedero i nomi degli elementi per qualificarle.
Ecco che abbiamo Legno, Metallo, Fuoco, Acqua e Terra, che indicano diverse qualità energetiche. Ognuno di noi, per esempio, può essere descritto secondo questa divisione, perché siamo tutti diversi, con la nostra specificità. Però tutti abbiamo un tipo di energia, per esempio quella Legno, nei meridiani del fegato e della cistifellea, così come nella capacità di pensare e sentire.
Quando questo tipo di energia è debole, allora questi organi manifesteranno debolezza, così come i pensieri e l’umore risentiranno della stessa mancanza. Praticando dei movimenti delle mani, dei piedi, del corpo, riusciamo ad equilibrare queste energie, sia nel piano emozionale-mentale, sia in quello fisico-energetico. Alcuni si servono di movimenti yogici, come i mudra, altri, come noi, di forme e movimenti marziali.
 Quando parliamo di qualità energetiche, facciamo riferimento a quello che rappresentano i rispettivi elementi. Il Legno, per esempio, rappresenta un nuovo inizio, la crescita, l’attività e la resistenza. Il Metallo è la chiarezza, il pensiero nitido, la pulizia e la comunicazione affermativa. Il Fuoco è l’elemento dell’individualità, del calore e della generosità. L’Acqua rappresenta la sensibilità, la capacità di rilassamento, la riserva stessa delle energie vitali e l’adattabilità. La Terra, infine, è il simbolo della centratura, della digestione, della stabilità e del cambiamento.
Ognuna di queste qualità è collegata alle altre, può essere costruita attraverso una come distrutta attraverso l’altra. Così è nei movimenti marziali, così è nell’energia che essi esprimono, così è nell’interazione tra gli alimenti e tra i diversi organi. Il corpo è un tutt’uno, che va mantenuto equilibrato. Ci sono cose che rafforzano e cose che indeboliscono mente, corpo e spirito.
Ci sono cinque gruppi di movimenti nel nostro sistema, che vengono suddivisi a seconda dei Cinque Elementi Esterni cui appartengono. Ve li elenco secondo il ciclo distruttivo, ma ricordatevi che si può partire da qualsiasi punto, l’importante è rispettare la conseguenzialità.
Legno: idea del duro, ma flessibile. Ad esempio il Pong Jiu;
Metallo: idea del tagliare. Ad esempio il Cam Jiu;
Fuoco: idea del disperdere. Ad esempio il Tiu Jiu;
Acqua: idea dell’ingoiare/assorbire. Ad esempio Tun Jiu, Gai Jiu o Goan Jiu;
Terra: idea del radicarsi o togliere le radici altrui. Ad esempio Tuo Jiu o Lack Jiu.
Quando praticate, tenete sempre a mente che non esiste un movimento migliore di un altro, ma c’è sempre un nesso di causa-effetto, secondo il quale esiste sempre una reazione logica che permette di passare da un elemento ad un altro.
Ogni tecnica può essere basata su uno o più elementi, a seconda del momento in cui viene utilizzata, così come ogni forma. Se non si capisce questo, i movimenti diventano stilizzati, ma privi di vita, di vitalità ed energia, appunto. Conoscere la teoria generale dei Cinque Elementi, infine, non sarà garanzia di comprensione. Ricordatevi che solo l’Esperienza vi fornirà gli strumenti per la Comprensione ed Interiorizzazione della Teoria.