Nel wing chun come tante arti marziali
vengono insegnate le forme, all'inizio del percorso di addestramento
il principiante apprende la prima forma che più comunemente è
conosciuta come forma della piccola idea, ossia la traduzione nella
nostra lingua di Siu Nim Tau, la parola ''forma'' indica un insieme
di movimenti e tecniche che il praticante utilizza durante il suo
addestramento e mette in pratica successivamente, questo nuovo
bagaglio rappresenta la base del suo Kung Fu.
Per poter utilizzare
tutto questo bagaglio tecnico il praticante insieme ai nuovi
movimenti deve sviluppare talune capacità che gli permettono di
gestire il corpo in ogni suo aspetto, con esso mi riferisco alle
seguenti abilità: coordinazione, reattività, resistenza, velocità,
potenza, equilibrio ecc...
L'equilibrio è uno degli ultimi
aspetti che ho menzionato, è una capacità molto importante per la
piena realizzazione della tecnica, con lo sviluppo dell'equilibrio
possiamo gestire appieno il nostro corpo e quando avviene ciò la
nostra salute migliora, per stare in equilibrio dobbiamo concentrarci
sull'allineamento della nostra spina dorsale, ciò ci permette di
evitare uno sbilanciamento del nostro corpo in avanti o indietro.
Nel momento in cui l'avversario ci trova sbilanciato verso di lui o in un altra direzione può approfittare di quella temporanea debolezza per metterci a tappeto, poco tempo fa ho parlato dell'utilizzo della spinta in alcune arti marziali o sport da combattimento, con la spinta c'è una rotazione degli arti del nostro corpo e questo permette alle tecniche di essere offensive.
Nella tecnica del diretto del pugilato piede, anca, spalla, gomito e polso ruotano insieme per andare a colpire l'avversario, è da dire che questa tecnica può essere usata contro chi la utilizza, infatti nella sua fase finale tutto il peso del corpo è proiettato in avanti e quindi la persona si trova evidentemente sbilanciata, sfruttare questa debolezza di sicuro non è facile per questo il pugile si allena costantemente per non lasciare opportunità al suo avversario di contrattaccare nel suo momento di massima fragilità.
Nel momento in cui l'avversario ci trova sbilanciato verso di lui o in un altra direzione può approfittare di quella temporanea debolezza per metterci a tappeto, poco tempo fa ho parlato dell'utilizzo della spinta in alcune arti marziali o sport da combattimento, con la spinta c'è una rotazione degli arti del nostro corpo e questo permette alle tecniche di essere offensive.
Nella tecnica del diretto del pugilato piede, anca, spalla, gomito e polso ruotano insieme per andare a colpire l'avversario, è da dire che questa tecnica può essere usata contro chi la utilizza, infatti nella sua fase finale tutto il peso del corpo è proiettato in avanti e quindi la persona si trova evidentemente sbilanciata, sfruttare questa debolezza di sicuro non è facile per questo il pugile si allena costantemente per non lasciare opportunità al suo avversario di contrattaccare nel suo momento di massima fragilità.
Nei fatti
usare la spinta come motore delle proprie tecniche rappresenta un
arma a doppio taglio, viene messo da parte un elemento di grande
importanza come l'equilibrio per sferrare colpi molto potenti, nel
kung fu l'equilibrio riveste un ruolo di grande importanza possiamo
essere tirati in avanti, spinti indietro però la posizione rimane
costantemente stabile e risulta difficile per un avversario colpire
una persona che sta sempre con la schiena dritta, in quanto tale
praticante è sempre pronto ad attaccare o contrattaccare.
Anche nell'Hek Ki Boen si usa la
rotazione, però non si utilizza una rotazione che prevede il lavoro
attivo della muscolatura degli del nostro corpo anzi per
salvaguardare la propria postura ci si dimentica del nostro movimento
naturale.
Di norma quando un nostro arto va
avanti il corpo lo segue invece bisogna pensare che se la mano si
protrae in avanti il corpo si distacca da quel movimento, in maniera
che ogni sua parte si possa muovere in maniera autonoma, così
facendo rispettiamo il concetto stesso di economicità, il wing chun
già è un sistema che punta sull'efficacia mediante l'economia dei
movimenti, nell'Hek Ki Boen tale concetto è ancora più che
accentuato e per non perdere tempo e spazio prezioso quando un nostro
pugno va avanti il corpo rimane in uno stato di tranquillità al fine
che ogni sua parte sta lì pronta a reagire nel momento giusto e nel
momento in cui l'avversario non se lo aspetta.
Quando parliamo di rotazione intendiamo
quel movimento nello spazio di un oggetto, in cui vi è una
traiettoria di tipo circolare e tale oggetto fa perno su dei punti
fissi , questi punti fissi delineano l'asse di rotazione, l'asse
naturale del corpo umano è la nostra spina dorsale, essa parte dalla
testa e finisce col nostro bacino.
Se prendiamo questi punti di
riferimento e gli uniamo formiamo una semplice linea, tale linea
combacia con la linea centrale che viene usata nel wing chun, con ciò
possiamo dire che la linea centrale è si una linea immaginaria ma
nella dimensione umana esiste.
Ruotare sul proprio asse e portare in
avanti le proprie tecniche mantenendoci costantemente sul nostro
centro sembra un concetto alquanto difficile da applicare, difficile
non vuol dire impossibile, prendiamo ad esempio il gioco del
tamburello un asse che ruota su un punto preciso e un movimento
circolare alternato, questo è un concetto molto prezioso per l'Hek
Ki Boen e se una persona non vuole trovarsi nella situazione di uno
sbilanciamento deve fare di tale concetto un'abitudine, una abitudine
che costantemente applicherà senza particolar sforzo.
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