sabato 9 maggio 2015

Spazio, equilibrio, rotazione

Nel wing chun come tante arti marziali vengono insegnate le forme, all'inizio del percorso di addestramento il principiante apprende la prima forma che più comunemente è conosciuta come forma della piccola idea, ossia la traduzione nella nostra lingua di Siu Nim Tau, la parola ''forma'' indica un insieme di movimenti e tecniche che il praticante utilizza durante il suo addestramento e mette in pratica successivamente, questo nuovo bagaglio rappresenta la base del suo Kung Fu.
 
Per poter utilizzare tutto questo bagaglio tecnico il praticante insieme ai nuovi movimenti deve sviluppare talune capacità che gli permettono di gestire il corpo in ogni suo aspetto, con esso mi riferisco alle seguenti abilità: coordinazione, reattività, resistenza, velocità, potenza, equilibrio ecc...
L'equilibrio è uno degli ultimi aspetti che ho menzionato, è una capacità molto importante per la piena realizzazione della tecnica, con lo sviluppo dell'equilibrio possiamo gestire appieno il nostro corpo e quando avviene ciò la nostra salute migliora, per stare in equilibrio dobbiamo concentrarci sull'allineamento della nostra spina dorsale, ciò ci permette di evitare uno sbilanciamento del nostro corpo in avanti o indietro.
Nel momento in cui l'avversario ci trova sbilanciato verso di lui o in un altra direzione può approfittare di quella temporanea debolezza per metterci a tappeto, poco tempo fa ho parlato dell'utilizzo della spinta in alcune arti marziali o sport da combattimento, con la spinta c'è una rotazione degli arti del nostro corpo e questo permette alle tecniche di essere offensive.
Nella tecnica del diretto del pugilato piede, anca, spalla, gomito e polso ruotano insieme per andare a colpire l'avversario, è da dire che questa tecnica può essere usata contro chi la utilizza, infatti nella sua fase finale tutto il peso del corpo è proiettato in avanti e quindi la persona si trova evidentemente sbilanciata, sfruttare questa debolezza di sicuro non è facile per questo il pugile si allena costantemente per non lasciare opportunità al suo avversario di contrattaccare nel suo momento di massima fragilità.
Nei fatti usare la spinta come motore delle proprie tecniche rappresenta un arma a doppio taglio, viene messo da parte un elemento di grande importanza come l'equilibrio per sferrare colpi molto potenti, nel kung fu l'equilibrio riveste un ruolo di grande importanza possiamo essere tirati in avanti, spinti indietro però la posizione rimane costantemente stabile e risulta difficile per un avversario colpire una persona che sta sempre con la schiena dritta, in quanto tale praticante è sempre pronto ad attaccare o contrattaccare.
Anche nell'Hek Ki Boen si usa la rotazione, però non si utilizza una rotazione che prevede il lavoro attivo della muscolatura degli del nostro corpo anzi per salvaguardare la propria postura ci si dimentica del nostro movimento naturale.
Di norma quando un nostro arto va avanti il corpo lo segue invece bisogna pensare che se la mano si protrae in avanti il corpo si distacca da quel movimento, in maniera che ogni sua parte si possa muovere in maniera autonoma, così facendo rispettiamo il concetto stesso di economicità, il wing chun già è un sistema che punta sull'efficacia mediante l'economia dei movimenti, nell'Hek Ki Boen tale concetto è ancora più che accentuato e per non perdere tempo e spazio prezioso quando un nostro pugno va avanti il corpo rimane in uno stato di tranquillità al fine che ogni sua parte sta lì pronta a reagire nel momento giusto e nel momento in cui l'avversario non se lo aspetta.
Quando parliamo di rotazione intendiamo quel movimento nello spazio di un oggetto, in cui vi è una traiettoria di tipo circolare e tale oggetto fa perno su dei punti fissi , questi punti fissi delineano l'asse di rotazione, l'asse naturale del corpo umano è la nostra spina dorsale, essa parte dalla testa e finisce col nostro bacino.
  
Se prendiamo questi punti di riferimento e gli uniamo formiamo una semplice linea, tale linea combacia con la linea centrale che viene usata nel wing chun, con ciò possiamo dire che la linea centrale è si una linea immaginaria ma nella dimensione umana esiste.
Ruotare sul proprio asse e portare in avanti le proprie tecniche mantenendoci costantemente sul nostro centro sembra un concetto alquanto difficile da applicare, difficile non vuol dire impossibile, prendiamo ad esempio il gioco del tamburello un asse che ruota su un punto preciso e un movimento circolare alternato, questo è un concetto molto prezioso per l'Hek Ki Boen e se una persona non vuole trovarsi nella situazione di uno sbilanciamento deve fare di tale concetto un'abitudine, una abitudine che costantemente applicherà senza particolar sforzo.

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