mercoledì 4 maggio 2016

Non cercare di colpire il tuo bersaglio, lancia la mano per centrare il tuo obbiettivo

Di sicuro molte persone si stanno chiedendo, ma l'HKB cosa ha di diverso rispetto ad altre arti marziali?
La gestione dello spazio, il relazionarsi in maniera diversa con il proprio avversario sono elementi unici che caratterizzano il Sistema HKB.


Partiamo da un concetto molto importante, cioè la differenza tra sport da combattimento e Arte Marziale Tradizionale, in uno sport da combattimento abbiamo due avversari i quali entrambi indossano i guanti e hanno come obiettivo principale la vittoria sull'altro o mettendolo a tappeto oppure grazie a una valutazione ai punti che viene assegnata dai giudici, mentre in una Arte Marziale Tradizionale lo scopo è rendere innocuo l'avversario usando al meglio le proprie capacità e in questo contesto molto probabilmente entrambi lotteranno a mani nude.
Entrambe le discipline hanno differenze e punti in comune, da una parte vedremo che l'atleta sportivo appunto segue delle regole per ottenere la vittoria

sull'altro mentre in un contesto
non sportivo si usa di tutto per rendere inoffensivo il nostro avversario.
Comunque sia, sia l'atleta sportivo sia l'artista marziale rischiano la propria integrità fisica per ottenere la vittoria, infatti vedremo che un lottatore: si sbilancia, porta in avanti il proprio corpo, si allunga affinché si possa trovare in una situazione dove può dare un pugno vincente.
Portare in avanti il proprio corpo non è sempre la soluzione migliore, per poter dare un pugno dobbiamo allungare il nostro arto e di conseguenza portiamo in avanti il nostro corpo però questo tattica è una arma a doppio taglio, poiché funziona se siamo veloci.


Se i nostri riflessi e movimenti sono più lenti rispetto a quelli dell'avversario ci mettiamo in trappola noi stessi perché ci mettiamo in una zona di pericolo dove rischiamo di ricevere un pugno da chi ci sta di fronte.
Cercare a tutti costi di colpire l'avversario non è una tattica che si usa nell'HKB, anzi a noi non ci interessa far male, a questo proposito voglio sottolineare che in questo sistema ci distacchiamo dal desiderio voler colpire anche per evitare di farci male da soli, allora cosa si dovrebbe fare?
Quando arriva l'attacco la nostra mano va in avanti ed esegue la tecnica, occupiamo quello spazio vitale che c'è fra me e l'avversario e se l'avversario si avvicina troppo è lui a rischiare non più io.
Siamo passati da una situazione di stallo per noi a una possibilità di risolvere lo scontro con minor tensione e senza rischiare troppo.

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