Naturalmente il nostro corpo si difende
da ogni possibile minaccia che deve affrontare e anche in assenza di
un preciso pensiero razionale, reagiamo per coprire i nostri punti
vitali, la nostra capacità di sopravvivenza veicola i nostri
movimenti al fine di tutelare la nostra integrità fisica.
Ci viene spontaneo bloccare un pugno che ci sta per colpire, ma questo non vuol dire che se blocchiamo il pugno abbiamo risolto i nostri problemi perché tra due persone che si scontrano ci può essere una diversa forza, velocità e abilità nel combattimento.
Ci viene spontaneo bloccare un pugno che ci sta per colpire, ma questo non vuol dire che se blocchiamo il pugno abbiamo risolto i nostri problemi perché tra due persone che si scontrano ci può essere una diversa forza, velocità e abilità nel combattimento.
Se colui che sferra un pugno è più
abile e forte di noi difenderci risulterà difficile, infatti tra due
forze vince quella superiore e quando cerchiamo di bloccare un pugno
molto violento le probabilità che potremmo essere travolti dalla
forza del nostro avversario saranno alte.
Quindi l'idea di cercare le mani
dell'avversario per bloccare la sua iniziativa non è una strategia
vincente, l'idea stessa di un attacco che viene proiettato verso di
noi ci terrorizza e mantenere il sangue freddo non è facile, quindi
ci risulta naturale bloccare l'attacco il prima possibile.
L'Hek Ki Boen Eng Chun è consapevole
di questa problematica e cercare il pugno del nostro avversario non
deve essere la nostra preoccupazione principale, piuttosto pensiamo a
lanciare in avanti le nostre tecniche e poniamo l'attenzione sulle
nostre mani, nell'HKB il lavoro interno prevale rispetto a quello
esterno.
Una tecnica spinta o lanciata sembra
essere la stessa cosa ma in realtà sono due cose ben diverse, quando
spingiamo la mano in avanti i muscoli intervengono principalmente,
mentre se lanciamo la mano non ci preoccupiamo più di tanto del
lavoro dei nostri muscoli, infatti lasciamo andare il movimento.
Non ci dobbiamo lasciare ingannare dal
pugno che arriva, voglio intendere che se ci preoccupiamo più di
tanto di quello che arriva non potremo costruire una solida difesa,
dobbiamo solo tenere presente che sta arrivando un attacco e quando
saremo consapevoli di questo il passo successivo sarà quello di
mettere in avanti le nostre braccia e con le nostre tecniche dovremo
coprire i nostri punti di riferimento.
Viene presa in considerazione la realtà uomo proprio perché la nostra difesa viene costruita in base a noi stessi e non in relazione agli altri, ecco il primo modo che incontriamo per utilizzare il lavoro interno.
Viene presa in considerazione la realtà uomo proprio perché la nostra difesa viene costruita in base a noi stessi e non in relazione agli altri, ecco il primo modo che incontriamo per utilizzare il lavoro interno.
Tutto questo ci sarà di grande aiuto
durante uno scontro e quando ci troveremo una persona più preparata
dinanzi le nostre tecniche risulteranno più incisive, tutti gli
esercizi che svolgeremo saranno una sorta di educazione corporea,
infatti dovremo educare il corpo a muoversi in una maniera
differente rispetto al solito, di fronte agli attacchi
dell'avversario la nostra unica opzione sarà quella di
coprire i nostri punti critici.
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