mercoledì 17 giugno 2015

Non dobbiamo cercare il pugno, dobbiamo coprirci

Naturalmente il nostro corpo si difende da ogni possibile minaccia che deve affrontare e anche in assenza di un preciso pensiero razionale, reagiamo per coprire i nostri punti vitali, la nostra capacità di sopravvivenza veicola i nostri movimenti al fine di tutelare la nostra integrità fisica.
Ci viene spontaneo bloccare un pugno che ci sta per colpire, ma questo non vuol dire che se blocchiamo il pugno abbiamo risolto i nostri problemi perché tra due persone che si scontrano ci può essere una diversa forza, velocità e abilità nel combattimento.

Se colui che sferra un pugno è più abile e forte di noi difenderci risulterà difficile, infatti tra due forze vince quella superiore e quando cerchiamo di bloccare un pugno molto violento le probabilità che potremmo essere travolti dalla forza del nostro avversario saranno alte.
Quindi l'idea di cercare le mani dell'avversario per bloccare la sua iniziativa non è una strategia vincente, l'idea stessa di un attacco che viene proiettato verso di noi ci terrorizza e mantenere il sangue freddo non è facile, quindi ci risulta naturale bloccare l'attacco il prima possibile.
L'Hek Ki Boen Eng Chun è consapevole di questa problematica e cercare il pugno del nostro avversario non deve essere la nostra preoccupazione principale, piuttosto pensiamo a lanciare in avanti le nostre tecniche e poniamo l'attenzione sulle nostre mani, nell'HKB il lavoro interno prevale rispetto a quello esterno.
Una tecnica spinta o lanciata sembra essere la stessa cosa ma in realtà sono due cose ben diverse, quando spingiamo la mano in avanti i muscoli intervengono principalmente, mentre se lanciamo la mano non ci preoccupiamo più di tanto del lavoro dei nostri muscoli, infatti lasciamo andare il movimento.

Non ci dobbiamo lasciare ingannare dal pugno che arriva, voglio intendere che se ci preoccupiamo più di tanto di quello che arriva non potremo costruire una solida difesa, dobbiamo solo tenere presente che sta arrivando un attacco e quando saremo consapevoli di questo il passo successivo sarà quello di mettere in avanti le nostre braccia e con le nostre tecniche dovremo coprire i nostri punti di riferimento.
Viene presa in considerazione la realtà uomo proprio perché la nostra difesa viene costruita in base a noi stessi e non in relazione agli altri, ecco il primo modo che incontriamo per utilizzare il lavoro interno.
Tutto questo ci sarà di grande aiuto durante uno scontro e quando ci troveremo una persona più preparata dinanzi le nostre tecniche risulteranno più incisive, tutti gli esercizi che svolgeremo saranno una sorta di educazione corporea, infatti dovremo educare il corpo a muoversi in una maniera differente rispetto al solito, di fronte agli attacchi dell'avversario la nostra unica opzione sarà quella di coprire i nostri punti critici.

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